Kobane Calling, un fumetto per raccontare la resistenza curda

Kobane Calling è la nuova graphic novel di Zerocalcare che racconta un viaggio, quello del suo autore dal quartiere romano di Rebibbia al Kurdistan. A poco più di un mese dalla sua uscita Kobane Calling è già un caso letterario, oltre 200 tavole per scoprire la storia di una terra stretta tra la guerra e la resistenza all’ISIS.

Michele Rech, in arte Zerocalcare, nasce ad Arezzo e cresce a Roma, precisamente nel quartiere di Rebibbia. Nel 2001 fa il suo esordio come fumettista con il racconto a fumetti delle giornate del G8 di Genova, partecipa a numerose manifestazioni organizzate in diversi centri sociali e inizia a collaborare con diversi giornali come Repubblica XL. A dieci anni dal suo esordio come fumettista, Zerocalcare pubblica il suo primo libro a fumetti “La profezia dell’armadillo” con cui vince il premio Gran Guinigi e nello stesso anno apre il suo blog a fumetti, zerocalcare.it, dove pubblica brevi racconti autobiografici. Dopo diversi premi vinti- come il Lucca Comics & Games- e altre graphic novel pubblicate con la Bao publishing, il 16 gennaio 2015 sulla rivista Internazionale Zerocalcare pubblica un reportage a fumetti sul conflitto tra i curdi e lo Stato Islamico. L’approfondimento a cura di Michele sulla rivista va a ruba e il numero viene ristampato una settimana dopo; ad aprile tutte le storie raccontante su l’Internazionale vengono raccolte nel volume Kobane Calling.

kobane calling

Kobane, Rojava in curdo, è una città situata nel nord della Siria nei pressi della frontiera con la Turchia, è abitata da turchi, arabi, turcomanni e armeni. Questo lembo di terra è dilaniato da guerra e resistenza, la primavera araba ha portato in questa terra un inverno di distruzione; il 2 luglio del 2014 lo Stato Islamico ha tentato di assumere il controllo della città, dopo 2.000 morti e quattro mesi di combattimenti le forze curde hanno riconquistato la città. Nella guerra contro lo Stato Islamico sono impegnate diverse forze di resistenza come il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan), un’organizzazione politica e paramilitare accusato di terrorismo in una parte del mondo e visto come una legittima forza di resistenza dall’altra, i Peshmerga e l’YPG curdo. Il PKK è impegnato nella guerra al governo Turco e anche in quella contro lo Stato Islamico, inoltre è molto noto per la sua difesa dei diritti delle donne presenti attivamente come soldati nelle sue milizie. In Kobane Calling sono diversi i riferimenti alle guerrigliere del PKK e tutta la narrazione è accompagnata da una cornice storica o “pipponi”, come li definisce lo stesso Michele, doverosi per inquadrare le realtà descritte nelle sue vignette. Il libro di Zerocalcare è molto lontano dalla natura dei reportage, è una fotografia di quello che il suo autore ha visto con i suoi occhi, di una realtà estremamente lontana da noi, ma allo stesso tempo così vicina, è la storia di donne e uomini, non curdi, arabi o turchi, ma semplicemente donne e uomini che combattono insieme per un bene comune: la libertà. La potenza di Kobane Calling è racchiusa nella sua capacità di raccontare una guerra attuale attraverso il linguaggio dei fumetti, le vignette satiriche lasciano spazio a disegni e dialoghi che fanno riflettere, facendo accendere i riflettori dei media sulla storia di Kobane.

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Noi di LineaDiretta24 siamo andati alla presentazione del libro di Zerocalcare (video) e abbiamo fatto una domanda proprio a lui:” I piccoli di oggi saranno i giovani di domani e un giorno apprenderanno la storia della resistenza di Kobane sui libri. I fumetti hanno inevitabilmente un linguaggio più facile e “leggero” dei testi scolastici, pensi che possano essere uno strumento per far apprendere questi avvenimenti in maniera diversa ai giovani e soprattutto fargli guardare i fatti sotto un altro punto di vista?

Io penso che non è così scontato che i giovani di domani apprenderanno questi fatti sui libri di storia, dipende dall’esito di questa guerra, se la vinceranno o se la perderanno, inoltre la copertura mediatica dei fatti di Kobane è molto lacunosa; sui giornali non si parla di Rojava e di come venga difesa. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda il fumetto in se può attirare di più i giovani, ma il linguaggio non è così scontato e così semplice. Nelle vignette i dialoghi sono ridotti al minimo, c’è estrema sintesi e leggere in questa maniera non è così semplice per chi non è abituato a farlo. Ovviamente è più facile per un ragazzo che per un signore di 50 anni abituarsi a questo tipo di narrazione e sicuramente Kobane Calling da una lettura diversa di questa guerra.”

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