Il Traduttore: il nuovo film di Massimo Natale
“Il Traduttore di Marie Giaramidaro e Nikolaus Mutschlechner è una sceneggiatura che colpisce, emoziona e soprattutto che fa riflettere. È per questo che come produttore e regista mi sono innamorato di questa storia”. Così Massimo Natale, regista “camaleontico” come lo definisce Eva Grimaldi durante la conferenza stampa, presenta il film Il Traduttore, alla sua seconda produzione dopo L’estate di Martino.
La sinossi è molto lineare: Andrei Bina, interpretato dall’attore polacco Kamil Kula, è uno studente rumeno che ha vinto una borsa di studio in Italia e qui vive tra studio e lavoro, cercando di raccimolare qualche soldo come cameriere in una pizzeria e come interprete di alcune intercettazioni in questura. Tramite la sua tutor viene messo in contatto con un’antiquaria, Anna Ritter (Claudia Gerini), che vuole far tradurre il diario del marito, scritto in tedesco, morto in un incidente. Tra i due nasce una passione che servirà ad entrambi per chiudere un capitolo del loro passato. Dunque protagonista indiscussa un’insolita Claudia Gerini, nel ruolo drammatico di una “donna interrotta”, come lei stessa dichiara durante la conferenza stampa: “è una donna che rimane incastrata in un capitolo della sua vita perché quando perde il marito c’erano ancora delle cose da dire tra i due… A me interessava infatti l’evoluzione del personaggio stesso, quel click che poi la fa chiudere con il passato. In questo senso il ragazzo è la zattera che la traghetta dall’altra parte”. Perciò soprattutto Andrei e Anna sembrano quasi supportarsi a vicenda, fino al “campanello di fine ricreazione”, una sciarpa rossa che Anna scopre appartenere alla fidanzata del ragazzo, che le da l’input per mettere la parola fine alla relazione ma soprattutto al primo atto della sua vita. D’altro canto, come nota Natale“Andrei sta stretto nel suo mondo, tant’è vero che lo vediamo felice solo nella galleria d’arte, quando per la prima volta si veste da quello che vorrebbe essere, guarda le donne da uomo…”
Al cast si aggiungono Piotr Rogucki, Silvia Delfino, Marcello Mazzarella, Eva Grimaldi e Anna Safroncik; quest’ultima nei panni di un ispettore senza cuore: “attraverso questa figura abbiamo voluto rappresentare un mondo marcio, corrotto, senza pietà, quello che oggi uccide gli animi buoni, uccide i sognatori”. Già, perché nel finale trionferà la legge della “mors tua, vita mea”.
Un film quindi complesso in cui ogni personaggio trova la sua dimensione, lo spazio per parlare di sè: le storie quindi si intrecciano facendo ben funzionare il racconto, nonostante ci siano troppe “coincidenze” che sono state un po’ troppo forzate, rendendolo forse poco realistico. Mentre molto funzionale è stata la scelta di un attore come Kula, che non è il solito belloccio, per cui non si da nulla di scontato, e della città in cui è stato girato il film, ossia Trento, che Natale ha preferito al grande centro per “l‘atmosfera intima“: questo infatti sembra attribuire un’identità meglio definita ai personaggi.
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