Gomorra 2, le “pagelle delinquenti” delle puntate 5 e 6
Siamo giunti al terzo appuntamento con la doppia puntata di Gomorra 2. Siamo così arrivati al giro di boa della serie ed anche delle nostre “Pagelle delinquenti”. Due puntate che potremmo riassumere sotto un unico filo conduttore: gli affetti. I legami dei vari personaggi hanno infatti pieno risalto in questi due nuovi episodi: il controverso rapporto padre-figlio tra Gennaro e Pietro Savastano; il legame di Ciro verso la figlia e il rapporto di lealtà degli affiliati ai vari clan durante questa surreale pace armata. Ma veniamo a noi. Veniamo ai voti.
[SPOILER ALTERT]
Pietro Savastano: il ritorno del vecchio boss a Secondigliano non è passato inosservato ed è ormai sulla bocca di tutti. Tanto che gli scissionisti si interrogano ormai sul da farsi. Viene fissato un incontro tra Ciro e Genny per trattare le condizioni di pace che dovrebbero escludere una sanguinosa guerra tra clan. Pietrone però sta rinchiuso nel suo appartamento, appizzato come un cane bastonato a leccarsi le ferite: ruolo che non gli si addice affatto, va detto, lui, infatti, si sente molto più a suo agio a Castel Volturno ad allenare Higuain! E poi sta cosa che gli scugnizzi se la vedano tra di loro proprio non gli va giù. Incarica Genny di uccidere Ciro e gli fa arrivare una pistola stampata in 3D che sembra quelle che davano insieme ai costumi di carnevale da Cow Boy. Oh che poi sta cosa di stamparsi le pistole a casa è una svolta, sempre che vogliate fare affidamento su un pezzo di plastica per far fuori il vostro super arci-nemico. Ma stamo nel 2016 e pure i camorristi si so’ fatti affascinare dalla cultura nerd. Ovviamente nulla va come Pietro aveva previsto e decide di uscire dal suo tugurio per incontrare Genny di persona e ricordargli chi lo ha messo al mondo. In un attimo di debolezza sentimentale, però, il boss si fa incantare dalle parole di Genny e dalle sue promesse di modernità. L’accordo prevede che gli scissionisti spaccino la roba di Gennaro, mentre i Savastano non potranno uscire dal proprio rione. A Pietro la cosa non piace ma si sottomette alla causa superiore. Finché uno degli sbarbatelli teste-calde non decide di giocare alla SWAT e finisce per ferire Malammore, uomo fidatissimo di Pietro, in un incontro organizzato da Genny. E allora il vecchio non ci vede più. Rinnega il proprio sangue e sembra giurare guerra al figliolo. Alla faccia di tutte le belle parole.
Voto 5,5: Leone in gabbia
Gennaro Savastano: ormai la trasformazione del rampollo del clan Savastano è completa. Del bamboccione coatto della prima stagione non rimane che un lontano ricordo. Genny si è messo in proprio. Ha fissato la sua base a Roma e fa affari spacciando la sua droga ai ricconi della “Roma bene” e ai sempre verdi palazzinari. “Droga ti spaccio. Palazzo ti costruisco. Roma ti amo” direbbe qualcuno. Eh però il sangue è sangue e quando papà Pietro ordina Gennaro risponde. Si presenta all’incontro con Ciruzzo di Marzio con sta benedetta pistola di plastica, lo sorprende in camera d’albergo, lo fa inginocchiare, gli punta ‘u fierr (per modo di dire) alla testa ma poi qualcosa non va. Genny non è mai stata tutta sta cima in fondo e da ragazzino coi lego ci avrà giocato poco. Gli autori ci vogliono far credere che lui sceglie di non giustiziare Ciro ma secondo il nostro parere aveva montato male la pistola e ha voluto evitare figure barbine. Chiude l’affare con Ciro condannando i Savastano di Secondigliano a rimanere rinchiusi nelle proprie case mentre lui fornirà tutta la droga per le piazze di spaccio degli scissionisti. Riesce anche a far ingoiare il rospo al padre! Sì, va detto che gioca sporco però. Non si usa la carta del “diventerai nonno” solo per fargli accettare il tuo accordo camorristico, non si fa. Ma intanto Genny ha un’altra gatta da pelare: O’ Track. Al suo vecchio amico le briglie dei Savastano non stanno più tanto bene e pensa bene di fare Caporetto. Niente, Gennarino non può manco godersi un po’ di paternità.
Voto 7,0: Affarista
O’ Track: una speciale menzione la vogliamo dedicare a questo scugnizzo co’ sto baffetto sbarazzino. Che fosse matto come un cavallo l’avevamo capito fin dalla prima stagione ma in queste due puntate dà il meglio di sé. Lo rivediamo spuntare dopo tanto tempo alla festa di Gennaro, a Roma, in un locale alla moda dell’Eur. Già da subito la sua giacchetta tutta fiori e plasticume stona con l’ambiente. Lui e gli altri due che lo accompagnano incontrano Genny: subito sono baci e abbracci tra fratelli ritrovati. Ma tra Gennaro e gli altri tre, ormai ci sono oceani di maturità delinquenziale difficili da colmare. O’ Track è ancora fermo con la testa a quando scippava le vecchiette e non si fa scappare l’occasione di farsi l’orologio del mal capitato di turno. Così, aggratis. Ovviamente la cosa al nuovo Gennaro Borghese non sta affatto bene e rispedisce i tre ragazzetti a Napoli a suon di calci nei loro sederini. Ma O’ Track ormai è partito per la tangente. L’accordo tra Genny e Ciro lo fa avvelenare proprio e decide di fondare un suo clan. Basteranno una sovrabbondanza di cazzimma ed una sola pistola per assaltare il quartier generale di Malammore e fregargli le armi? Sì, bastano. Anche perché ‘sti ragazzini a forza di Call of Duty si so’ fatti una certa esperienza e rastrellano gli appartamenti come dei perfetti squadristi. Ormai la frittata è fatta. Genny ottiene un incontro con O’ Track per ricondurlo alla ragione. Lui, con il suo sorrisetto beffardo da sotto i baffi per tutta risposta spara qualche pistolettata, ferendo Malammore e ammazzando un altro Savastano. Pietro non la prenderà tanto a bene.
Voto 7,5: Mina vagante
Ciro di Marzio: veniamo al nostro Ciruzzo. C’è da dire che gli autori ce la stanno mettendo tutta per farci odiare “l’immortale”. Dopo la morte di Salvatore Conte (che il dio delle serie tv lo abbia in gloria) ha preso la guida dell’alleanza degli scissionisti. È lui che andrà all’incontro con Gennaro per dettagli le sue condizioni. Il primo faccia a faccia, però, non è dei migliori. Certo, lui se l’aspettava una cosa del genere, per questo lo vediamo per tutta la prima puntata come qualcuno che ha mangiato davvero pesante e prima o poi ne pagherà le conseguenze. Ma questa non è la prima volta che l’immortale ha una pistola puntata alla testa e non è la prima volta che sente l’odore della mietitrice che gli alita sulla nuca: Ciro non ha paura della morte. Anzi, quasi implora Gennaro di ucciderlo perché solo così potrà essere perdonato per aver ucciso la moglie. L’etica camorristica è piuttosto contorta. Tanto contorta che Gennaro decide di risparmiarlo (?) come segno di superiorità morale. Ciro sta ‘na chiavica, di notte, inginocchiato nella sua stanza d’albergo è evidente che quella grossa, questa volta, gli è scappata. Stacco, esterno giorno: Ciro indossa gli occhiali da sole scendendo dalla macchina con la sua solita espressione da sbruffone. Detta le condizioni dell’accordo come se nulla fosse successo. Saluta e se ne va. Se ne va da padrone.
Voto 8: Immortale
Le pagelle delle puntate 3 e 4
Le pagelle delle puntate 1 e 2
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