Marcorè e De Angelis in “Due amici dopo cena tra chiacchiere e canzoni”
Prendi una sera due amici attorno ad un tavolo, due chitarre e una bottiglia di vino: tra un sorso e l’altro, tra una chiacchiera e l’altra, si raccontano le loro vite e “canticchiano” qualche canzone accompagnati dalle loro chitarre. In quest’atmosfera così familiare il 23 maggio Edoardo de Angelis e Neri Marcorè hanno accolto il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica lasciandolo estasiato.
Due artisti a confronto: due vite e due generazioni differenti, che corrono parallele nei loro racconti. Da un lato Edoardo de Angelis, cantautore ed ex produttore, ripercorre con nostalgia gli anni vissuti nel Folk Studio, quel grande calderone da cui vennero fuori i più grandi cantautori italiani: “era molto più bello e più semplice allora, bastava andare lì con una chitarra e si diventava tutti amici”. E quindi l’amicizia con un acerbo De Gregori, le tante canzoni scritte per quest’ultimo o per i Vianella, la collaborazione con Lucio Dalla e tanti altri. Così, attraverso i ricordi di De Angelis, si ripercorre un po’ la storia del cantautorato italiano, di cui, è evidente, entrambi sono innamorati. Tanti gli omaggi: da Tenco a De Gregori, da Dalla a De Andrè e, particolare da evidenziare, i brani proposti sono quelli perlopiù sconosciuti al grande pubblico, ma che forse hanno un valore aggiunto proprio in virtù di ciò. Inoltre, nonostante il carattere spontaneo dello spettacolo, la parte musicale è molto ben curata.
Non mancano poi le canzoni scritte dallo stesso De Angelis: una su tutte, la bellissima Lella, “ripresa grazie a Neri”, il quale si inserisce in questo discorso con un ricordo legato alla sua infanzia:“quando ero a casa e mia mamma aveva la radio accesa, ascoltavo le canzoni che passavano e ricordo “che odore di castagne al fuoco. Se tu ne hai voglia te ne prendo un po’”… E qui tutta una divertentissima satira su Meravigliosamente dei Cugini di Campagna. Dunque dall’altro lato Neri Marcorè, artista eclettico, ormai avvezzo a far tutto e a farlo in maniera sublime. Chi lo avrebbe mai detto che la sua carriera ebbe inizio a 12 anni, quando partecipando ad un quiz musicale presso una radio privata fu ricontattato dal direttore per portare avanti una tournè in tutta Italia con canzoni dei Bee Gees?! E poi il ricordo di Sabani che lo lanciò, quindi le imitazioni divenute i cavalli di battaglia di Neri Marcorè, di cui ripropone piccoli pezzi: Alberto Angela, Pierferdinando Casini, un Bruno Pizzul inedito che canta La leva calcistica della classe ‘68; le canzoni scritte “alla Amedeo Minghi”.
Il pubblico non voleva più andare via, ma nemmeno loro! Come ebbe a dire il grande Totò: “Per un comico vero il copione non deve contare nulla”, già, perché forse l’essenza stessa dell’arte, non solo della comicità, risiede proprio nella spontaneità, quella in grado di trasmettere e suscitare emozioni vere.
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