Tu paghi il biglietto? Atac no
Un bunker nascosto proprio dentro gli uffici aziendali di Via Sondrio. Un bunker dove si producono biglietti falsi. Inaccessibile, fatta eccezione per i pochi autorizzati che entrano con un badge, evidentemente destinato a pochi e complici dell’ennesimo scandalo all’italiana. La truffa dei titoli di viaggio clonati permetterebbe così di mettere da parte circa 70 milioni di euro l’anno che ovviamente non vengono menzionati in nessuna voce di bilancio.
Un <<sistema oliatissimo>> secondo la Guardia di Finanza, che dal 2012 indaga sulla vendita di biglietti falsi emessi e rivenduti da Atac. In realtà il sistema sarebbe ben più consolidato secondo quanto la fonte anonima ha rivelato al quotidiano ‘La Repubblica’. Oltre dieci anni di attività illecita, sviluppatasi all’interno di una delle aziende di trasposto metropolitano più importanti d‘Europa.
I biglietti, una volta emessi e forniti ai venditori entrano in una white list e al momento della vendita al cliente vengono inseriti nella cosiddetta black list. In questo modo il sistema si ricongiunge e i biglietti utilizzati si cancellano. Questa dovrebbe essere la normale gestione di questo settore aziendale ma è qui invece che la truffa si consuma. In realtà, secondo quanto emerso, il passaggio della cancellazione non avviene e i titoli con gli stessi codici possono passare i tornelli svariate volte senza che nessuno si accorga della clonazione.
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Nel comunicato diffuso dall’azienda a nome dell’Amministratore delegato Danilo Broggi si legge: <<La questione della truffa consumata sul sistema di bigliettazione Atac è nota all’azienda. Atac ne ha fatto oggetto di documenti di indagine interna sin dal 2010. Tale attività ha condotto, nell’agosto del 2012, alla consegna alla Procura della Repubblica di un rapporto commissionato a uno studio legale esterno>> e si conclude con l’auspicio della piena risoluzione del caso e la volontà di collaborare dell’azienda.
Il sindaco Ignazio Marino, dice la sua in un comunicato diffuso sui social network, dichiarando l’esigenza primaria di far luce sulle questioni riguardanti l’Atac nel rispetto di Roma, nel rispetto dei cittadini. Già i cittadini: sono loro che nel giro di due anni hanno visto passare il costo dei biglietti singoli ad 1,50 €, che hanno visto togliere le riduzioni che un tempo spettavano agli studenti o quei pendolari o domiciliati nella capitale, che utilizzano il trasporto metropolitano regolarmente ma che senza residenza sono costretti a pagare abbonamenti ogni anno più salati e al cui aumento molto spesso non corrisponde il miglioramento della qualità dei servizi.
Saranno contenti loro, che pagano regolarmente i biglietti, magari falsi, per poi usufruire dei disservizi tanti noti e tanto cari ai romani.
di Maria Chiara Pierbattista