Corrado Guzzanti a cinque anni da “Aniene” torna su Sky Atlantic con un nuovo esilarante programma televisivo “Dov’è Mario?”

La serie diretta da Edoardo Gabriellini e prodotta da Wildside, racconta in quattro puntate la storia di Mario Bambea il sofisticato intelletualoide di sinistra che in seguito ad un incidente stradale si sdoppia e ritrova il suo alter ego, tal Bizio, coloratissimo plebeo romanaccio dall’ironia al quanto trash.

Corrado Guzzanti è senza dubbio uno dei più grandi matador della scena satirica italiana, eclettico e magistrale in ogni dove, dal giornalismo alla religione, dallo spettacolo alla politica, ogni sua esibizione è una vera e propria incarnazione dell’esasperata coerenza della mediocrità vivente.

Rokko Smithersons il regista de paura che scritturava prima le controfigure e poi gli attori dei suoi capolavori cinematografici; Lorenzo, l’ultrà romanista e il suo canto da stadio “laziale muco nasale secerne su di voi”; il Mafioso con gli evidenti riferimenti sulla legge Ciriani e la giustizia by Berlusconi; il Massone, capo dei cavalieri della uallera d’oro e il suo piano di rovinare le nuove generazioni con la televisione raccontando solo notizie inutili e poco attendibili; gli ecclesiastici Don Pizzarro padre di famiglia e Padre Boffo amante del buon limoncello; Quelo il santone della grossa crisi con domande malposte e le risposte dentro di noi sbagliate; Vulvia la presentatrice biondona di Rieducational Channel storpiatrice di parole e coniatrice di nuove coniugazioni verbali. Una carrellata di personaggi che dal 1990 ci accompagna tra voraci risate e l’amarezza di una realtà che di per sè è già parodia ma enfatizzata fa senz’altro meno male.

Ora, l’attesa sale per la nuova collezione di gags di Corrado Guzzanti, intanto in rete si trova già il primo trailer ufficiale e Repubblica ha reso noto uno degli editoriali dell’opinionista Bambea proprio ad hoc con il nostro clima pre elezioni:

“Siamo dunque così invariabilmente certi, così geo politicamente polarizzati, ora che il mondo ideale di riferimento è esso stesso in uno stato di crescente mercificazione che se non è ideologia così poco (tempo e volontà), ci manca? Quali che siano le formule del destino istituzionale sul doppio perno seicentesco della bicamere, è in vista del referendum, lecito se non doveroso dubitare sul lungo periodo che vedrà l’Europa auto desovranizzarsi per la santa icona di ciò che di più europeo c’è stato e non come sogno onanistico, cioè e dunque l’euro. Feticcio di ottone e sangue. Di pomi d’oro e manici di scopa che qui nessuno vuole più ricordare. Ogni cosa si defila e lascia dietro di sé i suoi simboli. Abbandonare i carri armati per raggiungere in ritirata la riva.

La lezione la sappiamo anche se farne memoria è esercizio ingrato per tutti. Ha un bel dire Salvini che di queste capitalizzazioni a “grande Arcata” per dirla con Solimard, ha fatto un vessillo ma anche una pratica tenda parasole; ne ha un bel dire Giorgia Meloni che fino a ieri poteva procrastinare all’infinito la ricetta di destra paraLePeniana, ovvero di Destra Nostrana, o “Nèstra” o “Dòstra”, come dicono in certi paludati ambienti che non hanno più bisogno del selfie asettico di Casa Pound o di altre glorie fascio-associative.”

Dov’è Mario, in onda dal 25 maggio su Sky Atlantic HD alle 21.10 e il primo episodio sarà visibile anche in chiaro su TV8.