Torino Film Festival: il cinema senza fregature
185 film, 46 anteprime mondiali, ma soprattutto 70 opere prime e seconde: sono passati trentun’anni dalla prima edizione del Torino Film Festival, ma la più vecchia kermesse italiana di cinema si presenta ancora come la più giovane e innovativa. Trentacinque anni è l’età media dei registi in concorso.
Il TFF è una rassegna sempre più aperta ai diversi stili, generi e linguaggi cinematografici, proiettata verso quella che il neo-direttore dell’evento Paolo Virzì ha definito l’utopia di un cinema senza confini: “In questa dittatura sorridente che impone a tutti di guardare lo stesso sogno, il nostro sarà uno sguardo plurale perchè c’è bisogno di nutrire l’intelligenza del pubblico» Pur presentando pellicole note e mainstream, il festival sarà dedicato principalmente alle opere indipendenti e agli esordi, mischiando cultura alta e bassa, “commedie blockbuster” e documentari ricercati, con tutta l’intenzione di snobbare la nevrosi da redcarpet. L’appuntamento è dal 22 al 30 novembre. Madrina della rassegna non poteva che essere la torinese doc Luciana Littizzetto e non poteva esserci film migliore di Last Vegas di Turteltaub per inaugurare la prima serata di proiezioni. Il cast del film è stellare: Michael Douglas, Robert De Niro, Morgan Freeman e Kevin Kline. A valutare le 14 pellicole in concorso sarà una giuria capitanata dal regista messicano Guillermo Arriaga. Tra i film in gara La mafia uccide solo d’estate di Pif si preannuncia una meravigliosa sorpresa. L’ex iena esordisce alla regia con una commedia che sorride amaramente sugli anni terribili degli omicidi eccellenti. “E’ la storia di un Forrest Gump palermitano. Pif ha fatto con la mafia ciò che Benigni fece con i Lagher” ha detto Virzì. {ads1}
C’è grande attesa per Pelo Malo di Mariana Rondón e per l’anteprima nazionale di Inside Llewyn Davis dei Fratelli Coen. Ricchissimo come sempre sarà lo spazio dedicato ai documentari nazionali e internazionali: la sezione TFFdoc è un fiore all’occhiello del festival da tempi non sospetti, da prima del Leone d’oro al Sacro Gra. Tutto dedicato ai cinefili di razza sarà Onde, il filone più sperimentale che si concentrerà sul cinema di Yu Lik-wai e sulla produzione portoghese. Tra le novità di quest’anno c’è la scommessa Europop: “Quello che fa ridere gli irlandesi farà ridere anche gli italiani?” .Virzì ci conduce in una passeggiata tra le vette del box office europeo per scoprire cosa fa ridere e piangere gli spettatori stranieri. La seconda neonata in casa torinese è Afterhours: una carrellata di horror e altre vicende notturne. Il sipario calerà con il thriller Grand Piano, opera terza del catalano Eugenio Mira. Il 27 novembre si guarderà insolitamene al passato per un’occasione speciale: l’anteprima mondiale del restauro in 2k di 8½ di Fellini. C’è aria di serietà, purezza e passione autentica al TFF 2013. Sotto la vigilanza severa dell’ esigente pubblico torinese Virzì promette ” sarà un Festival senza fregature, senza film brutti, ne finti belli“. Un festival senza la smania da “filmone”, insomma, ma come la mettiamo con i 20milioni del fenomeno Zalone? “E’ dotato di una perfida intelligenza, mi ha sempre fatto molto ridere. Grazie a lui la gente torna al cinema. Insomma, si diceva un tempo che servivano anche i film di Totò per produrre Antonioni, speriamo che Checco sia il nuovo Totò.” dice Virzì, sgonfiando ogni polemica.