Nishikori semina, Murray raccoglie

Murray è il primo britannico a vincere gli Internazionali da quando la sede è a Roma. Djokovic paga lo sforzo accumulato nella settimana, specie in semifinale con Nishikori. Serena Williams senza rivali nel femminile. Disastroso il torneo degli italiani. L’evento continua a crescere, fra celebrazioni, riconciliazioni e promesse.

Forse non tutti sanno che gli Internazionali non si sono svolti sempre a Roma. Nel 1930 la prima edizione fu disputata a Milano, nel ’35 si arrivò nella Capitale ma poi il torneo ebbe una lunga interruzione e solo quindici anni dopo, grazie all’impegno di Carlo Della Vida, il Foro Italico tornò a godere dello spettacolo cui assistiamo ancora oggi. Nel 1931, sui campi del Tennis Club di Milano, Pat Hughes si aggiudicò il trofeo battendo Henry Cochet, fino a ieri unica vittoria britannica. Murray ha ridato al suo paese il titolo che mancava dagli anni ’30 e ora può fregiarsi anche di questo alloro, assai significativo, considerando l’avversario battuto e la superficie a lui meno favorevole.

Per battere il numero uno ci è voluto lo sforzo congiunto di almeno tre avversari. Presentatosi al Foro dal successo di Madrid proprio contro Murray, Djokovic ha sofferto già all’esordio con Robert, ha lasciato 0-6 nel primo set a Bellucci ma è stato il quarto con Nadal il primo vero scoglio. Rafa non vince un set con Nole da due anni però stavolta ci è andato vicino, essendo partito 4-2 nella prima frazione e avendo avuto cinque set point nel lunghissimo decimo gioco della seconda.

Un antipasto di quanto accaduto sabato, in semifinale. Per Djokovic-Nishikori si fa sempre riferimento alla partita di New York di due anni or sono. Da allora il giapponese ha sempre raccolto le briciole ma quello che è andato in scena sabato è degno di essere ricordato. Nishikori perfetto nel primo set, 6-2, reazione del serbo nel secondo, vibranti emozioni nel terzo: Nole si procura la palla del 5-1 ma poi si fa rimontare sino all’epilogo in volata. Kei inizia meglio il tie break decisivo, ma sul 3-1 commette gratuiti che girano le sorti a favore di Djokovic. Tre ore di gioco, un punto di differenza alla fine, più errori che gratuiti per due giocatori non di servizio, una delle migliori partite viste al Foro negli ultimi anni.

Nole, in nessun modo, non avrebbe potuto non pagare in finale gli sforzi accumulati, tanto più che Murray ha passeggiato fino all’epilogo, lottando solo nel secondo set dei quarti con Goffin e subendo giusto il fastidio dell’interruzione per pioggia della semifinale con Pouille.

Il primo set della finale non ha avuto storia. Nole lo ha trascorso a rincorrere e a lamentarsi con l’arbitro per la mancata interruzione (si è giocato a tratti sotto una fitta pioggerella), riprendendosi solo un poco in prossimità dell’epilogo. In apertura di seconda frazione, la partita ha vissuto il suo miglior momento: il serbo aveva ritrovato continuità nei colpi, salvo poi subire il break che ha chiuso i giochi. Murray perfetto al servizio e superiore persino di dritto. Il tabellone lo ha aiutato ma ha meritato i festeggiamenti che hanno coinciso con quelli per il compleanno.

Storia curiosa quella di Pouille, sconfitto in qualificazione e poi ripescato, ha battuto Gulbis e Ferrer e, approfittando del ritiro di Monaco, è divenuto il primo lucky looser semifinalista di un Mille da Thomas Johansson a Toronto 2004. Federer ha lasciato da parte i dubbi e ha giocato ma, superato Zverev all’esordio, è poi caduto, frenato dalla schiena e da una condizione precaria, con Thiem. Ha deluso Wawrinka e creato sdegno Berdych, umiliato con un doppio bagel in 49′ minuti da Goffin. Il migliore set del torneo è stato il primo fra Kyrgios e Nadal, vinto dall’aussie al tie break: uno spettacolo di alta intensità.

A Serena Williams è bastato poco per aggiudicarsi il torneo femminile. Il suo quarto ma il primo dallo shock newyorchese. Mentre passava, durante i cambi di campo, uno spot della Vinci con immagini di quello storico match, l’americana avanzava senza brillare, salvo che nell’ottimo quarto con la Kuznetsova. La finale con la Keys è stata discreta per un set. La sfavorita si è aggrappata al servizio, alla Williams è bastato un solo gran colpo sul 5-5 del tie break a regalarle il vantaggio decisivo nella frazione e ha poi avuto vita facile nel secondo. Eliminate presto Kerber e Halep, la Keys ha messo fuori all’esordio la Kvitova e in semifinale Muguruza.

Fra diritto di classifica e wild card, gli italiani erano tredici. Fra tutti hanno vinto una partita, Seppi con Pospisil. Bravo il giovane Sonego, vicino a battere Sousa. Ottima prova di Cecchinato, fermato 6-4 al terzo da Raonic. Ammirevole Volandri che, a 35 anni, si è qualificato da alternates e tolto un set a Ferrer. Disastro sugli altri versanti, a iniziare da Fognini sconfitto da Garcia Lopez e buono solo a lamentarsi con l’organizzazione perché lo ha collocato sul Centrale e non sul lento Pietrangeli, come gli sarebbe stato promesso. Malissimo Errani e Vinci, superate da Watson e Konta. Senza speranze gli altri, Schiavone all’ultima recita.

E’ stato un bel torneo e il pubblico continua a crescere. E’ migliorata rispetto allo scorso anno la tenuta del Centrale: non si sono più viste buche. Il tempo ha condizionato il gioco solo sabato ma Malagò ha preso l’impegno di realizzare il tetto. Resta una forza e una debolezza il Pietrangeli, affascinante ma scomodo e dall’accesso difficoltoso, che ha messo in ombra il Grand Stand, dove quest’anno sono stati programmati pochi match di livello. Per migliorare bisognerà ingrandirsi, anche se lo spazio nell’area è poco. Stranieri più numerosi degli scorsi anni, certo si aspettavano una maggiore qualità e varietà di cibo. E’ stata l’edizione delle celebrazioni, molto bella quella di martedì a Flavia Pennetta mentre domenica, fra le due finali, nell’ambito dell’omaggio ai 40 anni della Davis azzurra, è tornato a calcare il Centrale Panatta, sempre in causa col presidente Binaghi. Anche qui la mediazione di Malagò ha fatto la differenza. A Parigi fra tre settimane Panatta premierà il vincitore, qui festeggiamo la sua controparte femminile del ’76 ma, considerate le circostanze, è un inizio.

Vai alla home page di LineaDiretta24

Leggi altri articoli dello stesso autore