Fassina fiducioso: «Ricorso sarà positivo»
Stefano Fassina è inaspettatamente fuori dalla corsa per il Campidoglio. Il rappresentante della sinistra più a sinistra che convogliava in sé gli animi del neo partito Sinistra Italiana e di Sel è stato infatti escluso dagli elenchi dell’ufficio elettorale del Comune di Roma.
L’errore sembrerebbe attribuirsi a dei vizi di forma, i tecnici amministrativi hanno infatti dichiarato «inammissibili» le liste presentate dal candidato sindaco, da quelle per i Municipi sino alla «civica» e alla «politica» ovvero quella di Si e di Sel per il comune. Il problema sarebbe duplice: la lista civica difetterebbe delle date in cui sono state raccolte le sottoscrizioni mentre nella lista politica la commissione elettorale avrebbe ritenuto valide meno firme del minimo consentito alla presentazione di una lista (1.300). Unico a salvarsi è stato Andrea Catarci che, sebbene sia candidato a sinistra per l’VIII municipio, pare abbia presentato due liste civiche autonome totalmente sganciate rispetto a quelle di Stefano Fassina.
Non è certo la prima volta che nel Lazio si verificano episodi analoghi, successe anche all’ex Presidente di Regione, Renata Polverini, in corsa per l’appunto alle regionali. In quel caso però la lista Pdl non venne ammessa nella provincia di Roma e la candidata poté correre lo stesso appoggiandosi alle altre liste presentate nelle altre Province, spostando così i voti del Pdl nella Capitale sulla sua lista civica. Calice ben più amaro, invece, per Stefano Fassina, privo di salvagenti simili, il quale ha così dichiarato oggi in conferenza stampa: «Ci sono tutte le condizioni per rimanere in campo, continuiamo a fare campagna elettorale in questa settimana a livello cittadino e municipale perché gli elementi sostanziali per un risultato positivo ci sono tutti». Precisando: «Abbiamo presentato tutte le firme necessarie, il massimo. Abbiamo fatto ricorso e avrà esito positivo. Restiamo in campo». Confermata quindi l’ipotesi del ricorso, Fassina ha poi rassicurato: «Possiamo dimostrare con assoluta certezza che la certificazione delle firme è avvenuta entro i 180 giorni che la legge prevede, quindi siamo fiduciosi per un esito positivo», ha concluso.
L’ex viceministro si dichiara perciò tranquillo, anche se il quadro delle elezioni comunali sembrerebbe stia per cambiare di molto. E nel caso in cui il ricorso non dovesse andare a buon fine, che strada decideranno di prendere i voti di Fassina? Si tureranno il naso appoggiando Roberto Giachetti, candidato renziano del Partito Democratico, o alimenteranno la protesta schierandosi a fianco di Virginia Raggi e del Movimento Cinque Stelle? Staremo a vedere.