Obama su Brexit : la Gran Bretagna resti nella UE
Sconvolgenti. Le dichiarazioni del Presidente Obama su Brexit , rilasciate oggi al Telegraph in occasione del suo soggiorno a Londra, hanno spiazzato gli inviati all’estero di tutto il mondo. Sebbene molti degli analisti si aspettassero un intervento ruvido ma sempre all’insegna del politically correct, le parole di Obama su Brexit suonano invece come un calcio sugli stinchi dei “brexiteers”, i sostenitori dell’uscita della Gran Bretagna dalla UE.
È da giorni che sulla City piove il fuoco di sbarramento delle retrovie pro-Europa in attesa della visita del Presidente americano. Per capirlo, come riporta il Sole24Ore, ‹‹basta mettere in fila le parole d’allarme di uomini delle amministrazioni Usa di ieri e di oggi, da otto ex Segretari di stato al tesoro, concordi nel considerare il divorzio anglo-europeo una «scommessa ad alto rischio», fino a quelle di Charles Kupchan esplicito nel dire «non vogliamo vedere Brexit, scelta capace di danneggiare l’Unione europea».
Eppure, l’inquilino della Casa Bianca oggi si è distinto in una presa di posizione netta ai limiti del bon ton diplomatico.
Dalle colonne del Telegraph (leggi l’intero intervento qui), quotidiano vicino ai conservatori che rappresentano la parte più indecisa rispetto al Referendum di Giugno, Barack Obama si è inserito nel dibattito con un intervento che è niente èiù né meno che un appello ai cittadini inglesi perché si esprimano a favore della permanenza della Gran Bretagna nell’Europa.
Al di là della retorica che ha accompagnato le sue dichiarazioni, impregnate del legame fraterno tra i due paesi anglosassoni e di un eroismo libertario forgiato sui campi di battaglia (The tens of thousands of Americans who rest in Europe’s cemeteries are a silent testament to just how intertwined our prosperity and security truly are), Obama ha messo bene in evidenza la gravità di una rottura per scongiurare la quale si è esposto in prima persona. Non lo ha detto direttamente, ma gravi conseguenze aleggiano dietro frasi evocative di funesti presagi, come in particolare ‹‹So I will say, with the candour of a friend, that the outcome of your decision is a matter of deep interest to the United States. And the path you choose now will echo in the prospects of today’s generation of Americans as well››.
Immediate le reazioni di numerosi politici favorevoli all’uscita della GB, che hanno stigmatizzato il discorso di Obama su avresti come una intromissione nella sovranità nazionale britannica. Il sindaco di Londra, Boris Johnson, ha definito l’appello pro UE come ”incoerente, inconsistente e assolutamente ipocrita” poiché gli Stati Uniti chiedono alla Gran Bretagna di restare nell’Ue ma non cederebbero mai il controllo di così tanta della loro democrazia come ha fatto il Regno Unito con Bruxelles. Ancor più duro Iain Duncan Smith, uno dei maggiori esponenti del Partito Conservatore, che ha giudicato come inappropriato il comportamento di Obama senza però dimenticare una frecciata diretta ai suoi avversari pro Europa: ‹‹I have a huge amount of respect for America’s unrelenting commitment to the patriotic principle of self-governance. President Obama, and every one of his predecessors, have ferociously protected the sovereignty of the USA – and I only wish we could say the same of our leaders››.
Con l’intervento di Obama su Brexit, lo scontro entra nella sua fase più calda; il Referendum è previsto per il 23 Giugno, ma lo scricchiolio delle fondamenta dell’Europa comincia già adesso a fare un rumore assordante.