Giovane studente suicida davanti la facoltà di ingegneria di Roma Tre. Davanti ad luogo in cui i ragazzi si aspettavano di trascorrere un quotidiana giornata universitaria, il ventiseienne ha preso una pistola e si è tolto la vita, fra lo stupore e lo choc del pubblico astante.

Il rettore della facoltà ha deciso di sospendere le attività didattiche, ma nulla toglierà dalla memoria delle persone che hanno visto la scena il tragico spettacolo che si è prospettato ai loro occhi. Un ragazzo infatti si è sentito male ed è stato trasportato d’urgenza in ambulanza in stato di choc. In Via della vasca navale, zona peraltro trafficata da studenti sia di ingegneria che di scienze matematiche, fisiche e naturali, non era mai successo prima d’ora di assistere ad uno scenario del genere. Ma neanche in ogni altro polo universitario della Capitale. Ignoti ancora i motivi per cui sia accaduto un fatto tanto sconvolgente quanto triste.

Giovane suicida

Le cronache riportano di altri casi come lo studente suicida, morti per rendimenti scolastici, ma si era sempre trattato di minori, di bambini, ragazzi per il quale uno sconvolgimento emotivo come un brutto voto a scuola potesse significare molto. O che almeno non avessero gli strumenti adeguati per dare la giusta importanza a quello che stava accadendo loro in quel preciso momento. Dopo l’esame di maturità, una persona dovrebbe aver conseguito (appunto) quella maturità tale da poter discernere il bene dal male e saper affrontare le sfide che capitano ogni giorno. Verosimile che non siano neanche stati motivi universitari a spingere il giovane a questo assurdo gesto, ma ad ogni modo la scelta suicida che ha perseguito è stata la peggiore che avesse potuto mai compiere. La vita resta sempre l’esame più duro a cui qualsiasi essere umano è portato a cimentarsi, ma non tutti riescono a sopportare tale ingente peso.