Naufragio nel Mediterraneo più di 200 morti
Un nuovo naufragio nel Mediterraneo ci riporta alla realtà rappresentata dalla disperazione dei migranti. Nell’anniversario del più grande naufragio nel Mediterraneo, in cui persero la vita quasi 800 persone a bordo di un barcone diventato ormai un feretro sul fondo del canale di Sicilia, una nuova tragedia va ad aggiungere altri 200 migranti alla conta di quella che ormai potrebbe essere definita una guerra. La notizia è stata rilanciata dalla Bbc, che ha in un primo momento parlato di 400 morti ma le versioni sono contrastanti e la conta dei naufraghi potrebbe essere molto più alta. Sarebbero stati quattro i barconi partiti dalle coste dell’Egitto, a bordo si trovavano dalle 400 alle 500 persone in prevalenza di origine somala. Secondo la testimonianza di Awale Warsame, uno dei sopravvissuti, i barconi si sarebbero ribaltati e solo in 23 si sarebbero salvati dal nuovo naufragio nel Mediterraneo aggrappandosi per cinque giorni ai relitti.
La xenofobia europea, com’è evidente, torna a mietere vittime. Gli accordi razzisti tra Turchia e Unione Europea per bloccare le partenze verso la Grecia, infatti, spingono chi fugge dalle guerre ad affrontare la rotta più pericolosa, quella del Mediterraneo centrale. Questo accade se si stringono patti con dittatori assassini e xenofobi come Erdogan. Ad oggi sono già 24mila i migranti approdati sulle coste italiane o presi in salvo dalla nostra Marina Militare, più del doppio dell’anno scorso e i numeri non potranno che aumentare. Non c’è solo ‘bisogno di pensare’ come dice il Presidente Mattarella ma c’è assoluto bisogno di agire. Non abbiamo bisogno di muri vergognosi come quello tirato su dagli austriaci né di blocchi navali. C’è assoluta necessità di corridoi umanitari sicuri e legali che i richiedenti asilo possano percorrere senza rischiare di morire annegati nelle acque del nostro mare. Il mare di tutti noi.