Morales regala al Papa libri sulla ‘coca’ e gliene consiglia l’uso
Il capo di Stato boliviano, Evo Morales, è giunto ieri in Vaticano da papa Francesco per un udienza privata. E’ stato per il presidente boliviano il secondo incontro con Papa Francesco e dopo il crocifisso con falce e martello, donato al pontefice l’8 luglio nel corso della visita pastorale di Papa Francesco in Sudamerica, Morales ha deciso di fare a Bergoglio un altro bizzarro dono: una serie di libri sulla coca.
Evo Morales si è presentato dinanzi al pontefice con tre libri:uno nero, uno grigio e uno verde.”Coca, una banca biologica”;” Coca dieta citogenica”; “Coca fattore antiobesità” questi gli eloquenti titoli.
Bergoglio, secondo quanto riferito, ha mantenuto una certa impassibilità davanti al dono, e senza scomporsi ha accettato gli “strani”regali del suo ospite, ringraziandolo.
Il presidente Morales poi facendo riferimento alla bevanda tradizionale boliviana, mate de coca, fatta con le foglie di coca ha dichiarato: “Io la prendo e mi fa molto bene. Gliela raccomando. Così riuscirà a sopportare tutta la vita”.
Precedentemente Papa Francesco tornando dal viaggio in Bolivia, aveva chiaramente spiegato ai giornalisti che, in occasione della sua visita a La Paz (capitale boliviana, sita a 4mila metri), non aveva accettato di masticare le foglie di coca che pure gli erano state offerte per contrastare gli effetti del mal di montagna, il cosidetto “soroche”, che crea di solito forti disagi dovuti all’altitudine.
La Bolivia è uno dei principali produttori al mondo di coca, e per questo è condannata dagli organismi internazionali, dagli Usa e dai vescovi boliviani, i quali recentemente hanno rotto il loro silenzio con una dichiarazione molto dura e con toni assai critici contro la produzione di coca e naturalmente non è stata ben accolta dal presidente Morales, che si ritiene sia sostenuto proprio dai coltivatori della pianta di coca.
La coca è infatti in Bolivia, come in tanti altri paesi del Sud America, tradizionalmente utilizzata a scopo medicinale, contro il mal di montagna, come energizzante e per combattere la fame.
La conferenza episcopale boliviana infatti ha fortemente sottolineato la gravità del problema del traffico di droga sostenendo che esso: “minaccia la convivenza pacifica e democratica del Paese, visto che la produzione di coca da parte dei cocaleri oltre a causare la tossicodipendenza, porta la violenza, la corruzione, la menzogna, l’ingiustizia e la morte”. I vescovi hanno anche lasciato intendere il clima di corruzione che vige nel paese per cui persino 2 ex capi dell’anti-droga boliviana sono tuttora in carcere uno negli USA e un altro in Bolivia.
I tre volumi che esaltavano le benefiche proprietà farmacologiche della pianta di coca, sono stati regalati al pontefice insieme ad altri “particolari” doni: il primo, contenuto in una scatola rivestita con disegni e colori di stile indigeno, era un busto di legno ritraente Tupac Katari, leader indigeno (1750-1781), capo aymara noto per aver condotto la più importante rivolta indigena, contro le autorità coloniali nell’ Alto Perù,ovvero l’ odierna Bolivia. Tupac Katari fu torturato e morì tra atroci sofferenze, squartato.
Dopo il busto, Morales ha consegnato al Papa una cartellina con dei documenti,da cui ha estratto una lettera: “Qui c’è una letterina che le mandano i Movimenti Popolari”
Va ricordato che Papa Francesco, prese parte nel luglio scorso all’incontro mondiale dei movimenti popolari proprio in Bolivia, a Santa Cruz de la Sierra, e pertanto da parte di Morales, vi è un chiaro riferimento alle questioni sollevate in quelle circostanze.
Bergoglio ha ricambiato i doni col medaglione di San Martino che cede il suo mantello al povero, e due dei suoi testi: l’esortazione “Amoris Laetitia” ed “Il nome di Dio è misericordia”. In una nota vaticana si legge che l’ incontro a porte chiuse col Papa è durato 27 minuti, e “durante i colloqui, svoltisi in un clima di cordialità,sono stati affrontati alcuni temi attinenti all’attuale congiuntura socio-economica del Paese, con particolare considerazione per le politiche sociali. Ci si è soffermati sulle relazioni tra Chiesa e Stato, fecendo riferimento alla lunga tradizione cristiana della Bolivia ed al decisivo contributo della Chiesa nella vita della Nazione. Non si è mancato di discutere di questioni di comune interesse, quali l’educazione, la sanità e l’aiuto ai più poveri. Nel prosieguo delle conversazioni sono state passate in rassegna alcune situazioni internazionali”.
Il Papa e Morales infine si sono salutati calorosamente al termine dell’udienza.
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