Twitter blocca 26mila account ricollegabili all’Isis
“Nessuna organizzazione terroristica ha mai lanciato un’operazione online di influenza globale così dinamica ed efficace come l’Isis”, ha dichiarato Michael S. Smith II, chief technology officer della società di sicurezza Kronos Advisory, impegnata nel monitoraggio online del Califfato. Secondo un’indagine resa nota sul quotidiano americano Wall Street Journal e avviata dalla compagnia tecnologica Recorded Future, i profili appartenenti ai membri dell’Isis e successivamente bloccati da Twitter, sono 26 mila. Questo dato risale a marzo scorso, mese in cui il Califfato aveva creato 21 mila nuovi profili. Questo è un numero decisamente maggiore rispetto ai 7 mila account eliminati nel corso di settembre 2015, addirittura quattro volte superiore.
Usato come canale e mezzo immediato per diffondere notizie relative ad eventuali attacchi terroristici scatenando il panico collettivo, e istigazioni all’odio, Twitter aveva già maturato la decisione di fermare questa perversa pubblicità e nel mese di febbraio aveva annunciato di aver disattivato oltre 125 mila profili. Ma ad ogni azione corrisponde una reazione, e quella dell’Isis non si fa attendere: attraverso un video, in loro pieno stile, la minaccia per aver chiuso i loro account, impedendo loro la vita social, si concretizza sullo schermo ed è rivolta a Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e Jack Dorsey, ideatore di Twitter. “Dobbiamo arrenderci all’evidenza, prendere atto della nascita di un terrorismo nuovo, di una forma di azione nuova che gioca e si appropria delle regole del gioco per meglio sconvolgerlo.
Loro non soltanto non lottano ad armi pari, in quanto mettono in gioco la loro stessa morte, cui non si dà risposta possibile (“sono dei vigliacchi”), ma si sono anche appropriati di tutte le armi della potenza dominante. Il danaro e la speculazione in borsa, le tecnologie informatiche e aeronautiche, la dimensione spettacolare e le reti mediatiche: della modernità e della mondialità hanno assimilato tutto, senza cambiare obiettivo, quello di distruggerle”, scriveva Jean Baudrillard su Le Monde nel 2001. Combattere il terrorismo, terrorismo che è anche informatico, è diventato un imperativo. In questa lotta, Facebook e Twitter, sono aiutati da diverse società private di intelligence e da organizzazioni collettive come CtrlSec.
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