Il caso di O.J. Simpson approda su FoxCrime
Il caso di cronaca nera che negli anni 90′ ha scosso tutta l’America è approdato sul piccolo schermo. In prima visione esclusiva su FoxCrime ha fatto il suo debutto mercoledì 6 aprile la serie tv che racconta il processo del secolo: American Crime Story-The People v. O.J.Simpson. John Travolta, il premio Oscar Cuba Gooding Jr. e altri grandi attori ci faranno ripercorrere le tappe del processo per omicidio del campione sportivo O.J. Simpson accusato di aver ucciso la moglie. Già acclamata negli USA da pubblico e critica, American Crime Story-The People v. O.J. Simpson andrà in onda ogni mercoledì su FoxCrime dalle 21.00 alle 23.40.
Prodotta da Ryan Murphy, creatore di American Horror Story, la serie prende ispirazione dal best-seller di Jeffrey Toobin The Run of His Life: The People v. O. J. Simpson. Il primo episodio ha conquistato 208.850 spettatori e nei restanti nove appuntamenti con American Crime Story-The People v. O.J.Simpson riprenderà vita il caso mediatico più seguito e controverso di tutti gli anni ’90. Orenthal James Simpson è stato uno dei più grandi giocatori della storia del football americano, tanto da essere inserito nella Pro Football Hall of Fame, il prestigioso riconoscimento di campionato professionistico. Nel 1973 segnò un record ancora imbattuto nella storia del football: 2003 yard corse in tutta la stagione regolare. Conclusa la carriera sportiva, a partire dal 1968 provò ad intraprendere una nuova strada, quella della carriera cinematografica, ed anche in questo campo ebbe successo. Sono molti, infatti, a ricordarlo per l’interpretazione dell’agente Nordberg nella serie Una pallottola spuntata. In seguito, però, O.J. si è trovato ad avere a che fare con la polizia, e questa volta non era lui a vestire i panni dell’agente.
Nel 1994 fu infatti accusato di omicidio in seguito al ritrovamento dei cadaveri dell’ex moglie Nicole Brown e dell’amico Ronald Lyle Goldman. Il 17 giugno dello stesso anno la NBC interruppe bruscamente la trasmissione della partita dei playoff di basket NBA tra New York Knicks e Houston per mandare in onda l’inseguimento di O.J. Simpson da parte delle forze dell’ordine, anche le altre reti televisive nazionali fecero lo stesso e l’inseguimento del campione a bordo della sua Ford Bronco bianca divenne subito un caso mediatico seguito da 95 milioni di telespettatori. Dopo circa 24 ore di caccia all’uomo, O.J. venne preso e processato e da quel momento i media iniziarono a seguire meticolosamente ogni passo di colui che aveva saputo realizzare l’American Dream; 253 giorni di processo che divisero l’opinione pubblica e che riportarono sotto i riflettori l’astiosa questione delle rivalità tra bianchi e neri che da sempre dilania l’America. Ogni aspetto del caso di O.J. Simpson diventava motivo di cronaca e spettacolo, persino la pettinatura e il tailleur di Marcia Clark, il pubblico ministero, erano pretesto di dibattito tra i media; il caso di O.J. mostrava la parte scabrosa della vita di un uomo che era stato un modello di successo per tutti gli afroamericani, e, nel frattempo, inaugurava anche l’era della “reality tv” che riempirà i canali negli anni a seguire.
Il processo-evento di O.J. gettò del sale su alcune ferite americane all’epoca ancora aperte, una fra tutte la vergogna di quegli “americani bianchi” accusati del pestaggio di un tassista afroamericano, Rodney King, che il 3 marzo 1991 non si era fermato all’ordine di una pattuglia della polizia di Los Angeles. I poliziotti raggiunsero il tassista e lo aggredirono, l’accaduto venne ripreso da George Holliday che in seguito vendette il video ai maggior network televisivi americani. Dopo essere stati incriminati per aggressione ed uso eccessivo della forza, i poliziotti vennero prosciolti e questa sentenza scatenò la rivolta della comunità afroamericana a Los Angeles. È proprio con queste immagini che si apre la serie tv American Crime Story-The People v. O.J.Simpson. Dopo aver diviso l’America in due e dato vita ad una macabra tipologia di intrattenimento, O.J. Simpson nel 1995 venne assolto; nel 2004 dovette pagare 25.000 dollari al canale televisivo DirectTv che l’aveva accusato di uso illegale di apparecchiature elettroniche per captare abusivamente il segnale televisivo e nel 2008 venne arrestato con l’accusa di furto con scasso. O.J. avrebbe inoltre rubato dei cimeli da una stanza d’albergo, dopo aver ammesso le sue colpe l’ex campione di footblal ha dichiarato che questi gli erano stati sottratti tempo prima e che quindi gli appartenevano di diritto. Il 5 dicembre del 2008 O.J. Simpson venne definitivamente condannato a 33 anni di carcere, dove ancora oggi risiede.
La serie è scritta da Scott Alexander e Larry Karaszewski e il cast vanta nomi come Cuba Gooding Jr che interpreta O.J. Simpson, Sarah Paulson nei panni di Marcia Clark e per finire John Travolta che dopo quarant’anni torna in tv nei panni di Robert Shapiro, amico e avvocato di Simpson. La serie segna anche il ritorno di David Schwimmer ( famoso per il ruolo di Ross nella serie tv Friends), che interpreta un membro della difesa, e di Robert Kardashian, padre delle sorelle Kim, Khloè e Kourtney Kardashian. Robert non era soltanto uno degli avvocati di O.J., era anche un amico stretto di Simpson e nonostante ciò non esitò a mostrare apertamente i dubbi che lo attanagliavano sulla colpevolezza dell’amico. Come tutta l’America, anche Robert vacillò davanti alla presunta colpevolezza di un campione, ma rimase sempre al fianco del suo amico.
La storia di O.J. Simpson porta alla luce tanti punti deboli della società americana, dal razzismo all’ambiguo potere dei soldi, perché a volte potersi permettere un parterre di avvocati fa la differenza, come fa la differenza poter pagare un’ingente cauzione. Forse negli anni ’90 faceva ancora la differenza anche il colore della pelle, ma se eri una star del football allora quello te lo si poteva perdonare.
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