Situazione carceri: è ora di prendere una decisione
Amnistia e indulto: sono loro i nuovi protagonisti della politica italiana. Da tenere a mente che l’amnistia riguarda il reato, mentre l’indulto concerne solo la pena. Rappresentano un’opportunità, un’alternativa, una via di fuga. Eppure si tratta di una storia già vista. L’ultimo caso di amnistia in Italia è avvenuto nel 1990. In seguito, nel 2006, è stato concesso l’indulto per i reati commessi fino al 2 maggio di quell’anno. Sette anni fa, a seguito di una situazione di sovraffollamento nelle carceri, quella dell’indulto sembrava la soluzione migliore.
Un respiro di sollievo, che avrebbe permesso di ricominciare da capo. Per l’approvazione bastò la maggioranza semplice in Parlamento. E ora siamo di nuovo qui. Sette anni dopo la situazione è la stessa, se non peggiore. Quello che ci si chiede è se, questa volta, non convenga adottare una diversa strategia, per non rischiare di ricadere negli stessi errori. Il popolo italiano, almeno in maggioranza, non ci sta. È stufo di essere continuamente lo spettatore passivo di uno show ripetitivo. Quello che bisogna capire è che il cambiamento deve avvenire alla base e che tappare i buchi non è la soluzione migliore: bisogna risolvere il problema alla radice.
Ecco, allora, che i più furbi, televisivamente parlando, non perdono tempo per cavalcare l’onda. In primis Renzi, il quale ha dichiarato che provvedimenti di questo tipo non risulterebbero altro che un “autogol” ulteriore e che, piuttosto, sarebbe meglio intervenire modificando alcune leggi, quali la Giovanardi o la Bossi-Fini. Effettivamente, la maggior parte dei carcerati, in Italia, sconta pene per reati riguardanti l’uso di droghe o immigrazione clandestina. Grillo, senza giri di parole, commenta: << Dopo sette anni Napolitano si accorge che le carceri sono un tantino affollate e comunica alle camere che sarebbe il caso di prendere in considerazione l’indulto e l’amnistia. Nessuno vuole pensare che sotto sotto ci sia la famosa causa Berlusconi >>. E il Cavaliere che fine ha fatto? A causa di situazioni personali, che lo rendono sensibile alla vicenda, probabilmente, è il più confuso in materia.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ci sta con il fiato sul collo. Il tasso di sovraffollamento è del 136%. Entro maggio 2014, il sovraffollamento carcerario deve essere risolto, in qualsiasi maniera. In caso contrario, l’Europa potrebbe mettere in discussione i 2000 ricorsi di detenuti contro l’Italia. Ovviamente, la questione non riguarda solo il sovraffollamento in sé, ma tutte le conseguenze negative che questo comporta, come il venirsi a creare di situazioni degradanti e non rispettose del soggetto in quanto essere umano.
La decisione finale spetta al Parlamento. Nel frattempo il Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, ha già un piano alternativo, nel caso in cui nessuna legge di clemenza straordinaria venga approvata. Tra le possibili alternative, nonché soluzioni per il futuro, vi sono quelle di dare maggior discrezionalità ai giudici, la depenalizzazione dei reati minori ed una seria riforma dei ricorsi, così da rendere più snelli i tempi per i processi.
Non mancano le proposte ma solo i fatti. L’Italia, al momento, è in dubbio su troppe questioni, ma l’emergenza carceri è sicuramente tra quelle che meritano la priorità.