Tina Anselmi, ritratto di donna tra francobolli e documentari
Quando si legge sui giornali di quote rosa in Parlamento o si riportano alla memoria le lotte per la legge sulle Pari Opportunità, un solo nome riecheggia nella mente degli italiani: Tina Anselmi.
Classe 1927, ex staffetta partigiana sotto la guida di Cesare Battisti e prima donna a ricoprire, nel 1976 la carica di Ministro della Sanità in Italia, la parlamentare di Castelfranco Veneto è sempre stata modello di onestà intellettuale e unica personalità, in vita, ad essere ritratta in un francobollo, emesso dalle Poste Italiane in occasione della festa del 2 giugno. Ed è proprio per porre l’accento sul coraggio e sul impegno civile dell’ Anselmi, che Rai Storia ha scelto di dedicarle una puntata della serie Italiani di Paolo Mieli e intitolata Tina Anselmi. La Grazia della normalità.
Il documentario di Anna Vinci, andato in onda martedì 22 marzo e diretto da Claudia Mencarelli, si presenta come un affresco inedito e dalle mille sfumature, un frammento di storia contemporanea che, attraverso video e immagini del materiale di repertorio delle Teche Rai, ripercorre il percorso politico e umano della Anselmi. A parlarci di lei sono la sorella Maria, le amiche Maria Luisa Gazzolo e Dacia Maraini, i colleghi Enzo Giaccotto e Giovanni Di Ciommo, e con loro riviviamo le battaglie dei movimenti femminili, ci interroghiamo sulle torbide vicende, mai del tutto risolte e legate alla Commissione sulla Loggia della P2 – come testimoniano i documenti, è stata la stessa Anselmi, in qualità di Presidente di Commissione, a non risparmiare sforzi per cercare di far luce sulla questione-, e, infine, riflettiamo sulle violenze militari in Somalia e sul sequestro dei beni appartenenti ai cittadini ebraici in dipendenza delle Leggi razziali.
“Io ripeto sempre, a cominciare dalle mie nipotine, che nessuna vittoria è irreversibile. Dopo aver vinto possiamo anche perdere”- ha sottolineato Tina Anselmi nel primo fermo immagine del documentario, ultima testimonianza verbale della parlamentare prima di ammalarsi. “Negli anni Sessanta, e nei primi anni Settanta”- ha ricordato ancora la prima ministra donna – “noi donne impegnate in politica e nei movimenti femminili e femministi, noi parlamentari con responsabilità nei partiti e nel governo eravamo ancora pioniere. Questa parola fa pensare che in seguito saremmo diventate più numerose e avremmo contato di più. Purtroppo, certe speranze sembrano non aver dato i frutti che avevano in serbo”.
Parole audaci e lungimiranti, quelle dell’Anselmi che neanche 20 anni di “ciarpame senza pudore” possono scalfire: all’Italia non resta che rendere omaggio alla sua passione e impegno civile, rivivendo, attraverso il documentario disponibile on line sul sito di Rai Storia, le emozioni e le lotte di una donna volitiva e moderna, proiettata verso una “politica d’inclusione, di rispetto delle diversità, di pace”.
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