Cosa sappiamo finora delle esplosioni a Bruxelles

Esplosioni a Bruxelles a tre giorni dall’arresto di Salah Abdeslam. Torna il terrore nel cuore dell’Unione Europa. Due esplosioni sono avvenute intorno alle 8 di questa mattina nell’aeroporto internazionale di Zaventem, seguite alle 9.22 dall’esplosione nella stazione della metrpolotana di Maelbeek, a due passi dalla Commissione dell’Unione Europea. Testimoni parlano di scoppi, non confermati, nelle vicine stazioni di Arts Loi e Schuman. Secondo la polizia belga ci sarebbero almeno tredici morti e trentacinque feriti in aeroporto e dieci morti nelle esplosioni delle metro, anche se il numero non è ancora confermato ufficialmente. Nello scalo è stata devastata la sala partenze internazionali vicino ai banchi dell’American Airlines, nel terminal A. Le immagini delle tv mostrano le vetrate andate in frantumi e detriti ovunque sul pavimento. L’aeroporto di Bruxelles è stato evacuato e sono stati interrotti anche i collegamenti ferroviari da e per l’aeroporto. Un’agenzia belga riferisce che prima delle due esplosioni si «sono udite raffiche di mitra ed urla in arabo».

La città è completamente blindata, l’esercito in strada è in tenuta da combattimento e il traffico completamente paralizzato per permettere il passaggio delle ambulanze. Così la città di Bruxelles è in queste ore. Le autorità belghe hanno lanciato il piano catastrofi per fare fronte alle conseguenze delle due esplosioni nell’aeroporto e il governo ha convocato un Consiglio di Sicurezza nazionale. Intanto, è stato attivato subito il piano di emergenza, con i vertici di Bruxelles che hanno alzato il livello di allerta a 4, il massimo, e chiuso ogni accesso alla città chiudendo metro, strade e, ovviamente, l’aeroporto. Nessun aereo può partire e atterrare sul suolo belga.

L’attacco ha colpito in una città ancora in pieno stato di allerta a tre giorni dall’arresto di Salah Abdeslam, il terrorista più ricercato d’Europa che, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri del Belgio, Didier Reynders, progettava altri attacchi terroristici in Europa. Resta, invece, ancora latitante Najim Laachraoui, l’altro terrorista considerato uno dei logisti della strage del 13 novembre a Parigi, le cui tracce sono state trovate nel covo di Molenbeek. Secondo i media locali, potrebbe essere il responsabile della realizzazione delle cinture esplosive utilizzate negli attacchi a Parigi in quanto il suo dna è stato trovato su almeno due cinture, una usata al Bataclan e l’altra allo Stade de France.

Le prime dichiarazioni ufficiali sulle esplosioni a Bruxelles parlano di un attentato e secondo la radio belga Vrt la strage nell’aeroporto sarebbe da attribuire a almeno un attentatore suicida. Un attentato che fa pensare a una vendetta dei jihadisti per l’arresto del terrorista Salah – dimostrando, per altro, come il Belgio sia diventato un facile bersaglio – o che, secondo alcuni, vorrebbe essere una dimostrazione di forza in reazione all’atteggiamento remissivo di Salah dopo l’arresto. Il Belgio ha il più alto numero di uomini dell’Isis, che secondo alcune fonti godrebbero anche della protezione di una parte dei musulmani che vivono nel Paese da anni.

Sulle esplosioni a Bruxelles si è espresso anche il Ministro dell’interno, Angelino Alfano, «Il mio pensiero va ai familiari delle vittime e alle persone coinvolte in questo efferato attacco terroristico che ha colpito il cuore dell’Europa».