Come fai sbagli, il conflitto generazionale in tv

Come fai sbagli è una nuova serie televisiva targata Rai Uno e ha debuttato ieri, domenica 20 marzo, in prima serata. Il tema trattato è quello dell’educazione, o meglio il modo di educare raccontato da due famiglie, che sono sì vicine di casa, ma sono lontane nel modo di pensare e di vivere: da una parte la famiglia Spinelli, dall’altra la famiglia Piccardo.

Come fai sbagliTolto il sipario, lo spettacolo comincia. La scena iniziale si apre in pieno stile intervista doppia de Le Iene, ma con un giornalista assente e due comodi divani. E’ in questo modo, che attraverso i dialoghi dei coniugi Spinelli e Piccardo, apprendiamo la loro visione del mondo e della vita. Ma questi dialoghi hanno qualcosa di inquietante e di estremo e sembrano muoversi nella per niente sottile linea che separa gli spot pubblicitari Polident, da alcune conversazioni nel film francese Emotivi anonimi (calma, emotivi, non alcolisti: riprendete pure la vostra birra). Dunque, da un eccesso all’altro. Dicevamo, Emotivi anonimi è un film francese, così come è francese Fais pas ci fais pas ça creata da Anne Giafferi e Thierry Bizo, la serie da cui è tratta Come fai sbagli diretta da Riccardo Donna e Tiziana Aristarco e scritta da Gloria Malatesta, Doriana Leondoff e Michele Pellegrini. Quanta Francia si porta dietro l’Italia nella rielaborazione di questa serie? Abbastanza. Basta guardare i primi due episodi di Fais pas ci fais pas ça (La rentréé de classe e Solidarité familiale) per capirlo: la caratterizzazione dei personaggi è pressoché identica, nello specifico quella che lega (anche fisicamente) l’attrice francese Valerie Bonneton a Caterina Guzzanti; anche le dimore sembrano simili (ma nella versione francese c’è una locandina con un film di Alberto Sordi). Somiglianze tante, differenze poche: facciamo il caffè in modo diverso, ecco, questo è un particolare.

Ma senza perderci troppo in chiacchiere e dettagli, ritorniamo alla questione principale. Come fai sbagli, intende raccontare la vita di due famiglie che in parole povere, sono come il giorno e la notte: ma stabilire chi sia l’uno, chi sia l’altro, è una questione del tutto personale. Gli Spinelli (Daniele Pecci e Francesca Inaudi con i figli Sofia Panizzi e Teo Achille Caprio) e i Piccardo (Enrico Ianniello e Caterina Guzzanti e i ragazzi Giuseppe Spata, Miriam Guaiana e Lucy Gentili), sono vicini di casa e a parte il loro dichiarato e reciproco odio, non condividono altro.

Gli Spinelli rappresentano il prototipo di famiglia allargata, all’avanguardia, liberale e progressista con un rapporto alla pari con i figli. Un ambiente Come fai sbaglileggero, dal sapore sessantottino, ma che porta con sé tutti i mali e le contraddizioni della sua epoca. Il rapporto tra Francesca Inaudi e la figlia è burrascoso: come quello con la madre di lei, Loretta Goggi (special guest della serie). Un figlio dei fiori non pensa mai al domani… ma quando arrivano i figli? Nel caso della famiglia Spinelli, a portare un po’ di ragione ed equilibrio, è il figlio più piccolo: una sorta di piccolo buddha e grillo parlante. John Locke invece sarebbe orgoglioso dei Piccardo: classica famiglia vecchio stampo, incentrata sulla crescita morale e fisica soprattutto del figlio maggiore, il gentleman; il padre è la versione del Conte Monaldo che educa i suoi Leopardi, piccoli geni; la madre di costoro, è una donna uscita direttamente dalle pubblicità degli anni ’50, che venera il marito e si occupa anche del suo guardaroba. Al confronto la famiglia Cunningham sembra quella di Charles Manson.

Come fai sbagli, è sicuramente una serie che fa luce sul cambio generazionale, sulla trasformazione del nucleo familiare e sulle conseguenti difficoltà nello stabilire ormai dei ruoli definiti fra genitori e figli. I registi hanno voluto portare all’estremo le situazioni per renderle ancora più surreali, ma questa costanza a volte si tinge di ricolo: troppe citazioni, troppe frasi fatte, non rendono possibile l’identificazione né l’immedesimazione. Tutto resta in superficie, rendendo il tutto superficiale.

Succede spesso quando si accende la tv: Come fai, sbagli. Ma forse tocca darle un’altra possibilità.

 

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