Montalbano stravince in replica: ecco perché
Lunedì 14 marzo alle ore 21:20 è andata in onda su Rai 1 la replica di un episodio de Il Commissario Montalbano, trionfando con il 34,16% di share: 8.695.000 telespettatori sono rimasti incollati davanti alla tv, soggiogati dal fascino e dalla simpatia di Luca Zingaretti, alias Salvo Montalbano. L’Isola dei Famosi, alla seconda puntata dell’undicesima edizione, si è invece fermata al 21,19%. Oltre 10 punti di gap rispetto a Montalbano, è vero, ma questo comunque non ne ha determinato il crollo: il reality di Canale 5 con Alessia Marcuzzi come padrona di casa è stato scelto da 4.138.000 telespettatori, resistendo dignitosamente al colpo incassato.
Resta da chiedersi quale sia il segreto del successo del commissario più famoso d’Italia, nonché il più amato dal pubblico. Sarà forse per l’umanità e la credibilità dei suoi personaggi, che mostrano un profondo rispetto nei confronti della legge e della giustizia, nonostante tutto; o forse per la bravura e la teatralità degli attori o per le splendide location scelte. La combinazione è, in ogni caso, vincente.
Il personaggio romanzesco di Montalbano è stato forgiato dal genio di Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, il 6 settembre del lontano 1925. Nel 1994 fu pubblicato il primo romanzo de Il Commissario Montalbano, La forma dell’acqua, che sancì l’inizio dell’interminabile successo del suo autore, suggellando anche l’immortalità dei suoi testi. La prima puntata della fortunata serie televisiva, Il ladro di merendine, risale al 1999.
La produzione di Camilleri è molto copiosa, con oltre settanta libri editi tra gialli, romanzi storici e scritti di diversa natura. Lo scrittore ha sempre dimostrato di possedere uno straordinario gusto storico, oltre che narrativo e squisitamente letterario. Il suo approccio storicistico è visibile ad esempio quando, nell’episodio Il giro di boa del 2005, prendendo le mosse da un’inchiesta giornalistica al vetriolo, parlava espressamente dei fatti del G8 di Genova del 2001 e dell’assalto alla scuola Diaz. In quell’occasione, Salvo Montalbano si era sentito tradito dallo Stato che aveva servito fino a quel preciso momento con grande dignità e rigore, e aveva manifestato al suo collega “femminaro” Mimì Augello la volontà di dimettersi.
Altrettanto importanti si rivelano le scelte linguistiche adottate da Camilleri, che ci dimostrano quanto l’italiano standard sia sentito come lingua dello Stato ed espressione della borghesia altolocata, percepito come una realtà “altra” rispetto al popolo, del tutto estranea ad esso. La vox populi infatti adotta il dialetto siciliano che, come tutti gli altri dialetti presenti in Italia, si è sviluppato dalla frammentazione romanza, a seguito della cessazione dell’uso del latino.
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