Festa del papà: tra tradizione e polemiche
Tra lavoretti, poesie, cioccolatini e gli immancabili bignè di San Giuseppe i bambini nelle scuole si preparano a festeggiare la Festa del Papà o perlomeno quasi tutti. A Milano nella tradizione nasce la polemica, un asilo comunale ha deciso di abolire qualsiasi tipo di iniziativa inerente alla Festa del Papà per non discriminare i bambini con situazioni familiari in cui c’è la mancanza della figura paterna.
La Festa del Papà è una ricorrenza diffusa in tutto il mondo che viene festeggiata la terza domenica di giugno, mentre in molti paesi prevalentemente cattolici è celebrata il 19 marzo il relazione alla festa di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. L’origine della Festa del Papà è locale, la prima volta venne festeggiata il 5 luglio del 1908 nel Fairmon (Virginia) per commemorare la morte di 250 padri di famiglia in un incidente avvenuto nella miniera di Monogah. Nel 1910 a Spokane (Washington) Sonora Smart Dodd, figlia di un padre single che aveva cresciuto da solo ben sei bambini, propose al proprio pastore di fare un sermone in onore del padre ormai scomparso. Sonora aveva gettato le basi per quella che sarebbe diventata una festa internazionale, così negli anni ’30 iniziò una battaglia per far riconoscere la Festa del Papà. Solo nel 1966 il presidente Johnson decretò che ogni terza domenica di giugno si sarebbe festeggiata ufficialmente la figura paterna, eguagliandola a quella materna già festeggiata da tempo.
Oggi è una delle ricorrenze più care ai commercianti- per ovvi motivi di lucro- e dai bambini che a scuola realizzano lavoretti da portare a casa come regalo per il proprio papà. Quest’anno non sarà lo stesso per i bambini di un asilo comunale di Milano in cui è stato abolito qualsiasi tipo di lavoretto inerente alla Festa del Papà per non urtare la sensibilità dei bambini che hanno due mamme. Il 19 i bambini dell’asilo milanese seguiranno una programmazione didattica dedicata alle diverse etnie nel mondo e le polemiche non hanno tardato ad arrivare e l’ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato ha dichiarato:” Un asilo comunale elimina la festa del papà per non offendere i genitori gay: siamo arrivati anche a questo a Milano, dopo che l’amministrazione arancione ha cancellato ‘mamma’ e ‘papà’ per ‘genitore1’ e ‘genitore2’. Non c’è più alcun rispetto per la famiglia: non è certo una novità per il centrosinistra, sia a livello nazionale che locale, ma non ci arrendiamo, non lo accettiamo”; mentre il candidato sindaco della lista civica di centrodestra NoixMilano Nicolà Merdegan si è persino presentato all’uscita della scuola per esprimere tutto il suo sdegno. Anche il deputato della Lega Nord Paolo Grimoldi ha detto la sua :” Questo episodio, comunque, conferma che nelle scuole dell’area di Milano stiamo assistendo ad un inquietante deriva, con divieti di esporre i crocifissi nelle aule e feste di Natale annullate per non turbare le sensibilità degli studenti di altre fedi religiose, una deriva che non può non preoccupare, perché è chiaro che ci sono troppi presidi o direttori di istituti scolastici che approfittano del loro ruolo per fare politica e tentare di indottrinare i bambini in tenera età con le loro ideologie, giuste o sbagliate che si possano considerare. Basta con i ‘cattivi maestri’, basta fare politica sulla pelle dei bambini”.
Saranno i direttori degli istituti scolastici che vogliono fare politica sulla pelle dei bambini o gli stessi politici che, nascondendosi dietro i tradizionali valori italiani, continuano a polemizzare la scelta didattica dell’asilo?
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