Teoria e pratica dell’approccio ai crimini violenti
Repressione? Riabilitazione? Come vanno trattati i crimini violenti? Ogni caso è un unicum che va affrontato singolarmente ma che alla base, spesso, nasconde una realtà sociale difficile che va compresa e analizzata. L’idea che un approccio multidisciplinare sia necessario per una corretta risoluzione dei casi, ha portato ad una sempre maggiore collaborazione tra il Corpo di Polizia e le associazioni che supportano i processi riabilitativi delle vittime e non solo.
Ecco che, per il diciassettesimo anno consecutivo, l’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia in collaborazione con il Co.I.S.P, Sindacato della Polizia di Stato, ha inaugurato un percorso formativo allo scopo di fornire gli strumenti necessari a chi ogni giorno si interfaccia con le violenze.
Nel dettaglio, la Questura di Roma, il 10 ottobre, ha ospitato l’evento inaugurale del corso in ‘Analisi Crimini Violenti’ organizzato dall’AIPC e dal Co.I.S.P. A battezzare l’evento è arrivato il Questore di Roma Fulvio Della Rocca, che ha sottolineato come ora più che mai sia necessario integrare le attività degli addetti alla sicurezza con le conoscenze degli esperti di settore. <<Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti per affrontare i cambiamenti e per approcciare a questi problemi>> ha aggiunto. Dello stesso parere è Roberto De Angelis, Segretario della Provincia di Roma, che ricorda: <<Abbiamo cominciato quando c’era il vuoto totale. A parte la disperazione. C’erano poche associazioni ma il buon cuore non basta. Aprire questo dialogo è necessario perché tutti noi dobbiamo imparare ad approcciarci>>. Entrando nel merito del corso, il Dottor Massimo Lattanzi, coordinatore dell’A.I.P.C, oltre ad aver spiegato nel dettaglio percorsi e metodi delle lezioni ha sottolineato come nella maggior parte dei casi trattati, i responsabili di tali crimini, non presentano psicopatologie di fondo <<Vuol dire che tutto si complica perché chiunque può essere soggetto a questi comportamenti>>. Inoltre, un approccio multidisciplinare che miri ad una conoscenza esaustiva della materia è necessario per evitare che ogni situazione sia trattata nello specifico, evitando di incanalare ogni fenomeno nel calderone dello stalking. Un interessante contributo è arrivato dalla Dott.ssa Laura Volpini, che ha posto l’accento sul ruolo dei media, attivo più che mai nella trattazione dei casi di femminicidio e violenze. Sono loro ad occuparsi della lettura collettiva dei fenomeni ed è bene regolare e veicolare nella giusta direzione le informazioni che arrivano alla società come pure è importante avere gli strumenti per saperle leggere.
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Auspichiamo che iniziative come questa, rappresentino l’anello mancante per un approccio corretto e completo, che non si limiti né alla repressione nei confronti dei colpevoli, né a un supporto inadeguato delle vittime. La nuova frontiera è trattare tutti i soggetti senza etichettature per imbastire un vero e proprio cambiamento sociale: la cultura è la risposta.
di Maria Chiara Pierbattista