Ad Occhi chiusi: teatro tra finzione e realtà
Torna in scena il 14 e dal 16 al 24 marzo, dopo il successo del 2014, Ad Occhi chiusi, lo spettacolo teatrale tratto dall’omonimo romanzo di Gianrico Carofiglio e prodotto dall’Associazione L’Albatro, fondata da Sara Allegrucci e Matteo Bolognese, in coproduzione con il MAXXI (Museo d’arte del XXI sec).
Al centro della scena c’è la storia di un processo per stalking che vede tra i protagonisti l’Avvocato Guerrieri, ormai sulla soglia dei quarant’anni, Martina Fumai, una donna affetta nel passato da disturbi psichiatrici e Gianluca Scianatico, un medico appartenente all’alta società. L’Avvocato si ritroverà a dover compiere una difficile scelta sul piano lavorativo: costituirsi parte civile per Martina Fumai, che accusa il medico – suo ex convivente – di maltrattamenti e persecuzione, oppure rinunciare all’incarico per non rischiare di inimicarsi il padre del dott. Scianatico, un chiacchierato e potete presidente di Corte d’Appello, seguendo le orme di molti dei suoi colleghi.
La rappresentazione teatrale ruota attorno all’idea che nella vita reale, e nello specifico in un processo, le persone si formano una propria opinione frutto dei giudizi e dei sentimenti che scaturiscono dalla prospettiva con cui si guarda ai fatti. In questo modo, una storia, può essere declinata al plurale sulla base dell’interpretazione che ciascuno dà alla verità narrata.
Ed è proprio per questa ragione che il regista dello spettacolo, Carlo Fineschi, ha voluto raccontare sì un’unica storia, ma narrandola dai tre diversi punti di vista – quello dell’Avvocato, quello della presunta vittima e quello dell’accusato – avvalendosi di tre distinti copioni che si intrecciano l’uno con l’altro.
Si guarderà ai fatti dalla prospettiva della donna che dichiara di aver subito delle violenze in casa propria, terrorizzata nel decidere di reagire e incerta che la giustizia faccia il suo corso. Si osserverà la storia del presunto colpevole, spiando la sua vita privata e conoscendolo più da vicino, e ci si avventurerà nell’ignoto con l’Avvocato, che dovrà scegliere se difendere o meno la donna, rischiando di porre fine alla sua carriera.
Ma per comprendere da vicino questi personaggi quale migliore modo se non muoversi tra i loro spazi, seguire la loro vita e i loro spostamenti?! E allora ecco che Ad occhi chiusi non può che abbracciare la filosofia del teatro itinerante e abbandonare l’ambientazione classica del teatro per trasformare location differenti nel vero palco dei protagonisti. Si verrà trasportati fisicamente da una parte all’altra senza avere il tempo di comprendere se sia ancora finzione o si tratti di realtà. Per trasportati si intende letteralmente spostati da un ambiente ad un altro: gli attori guideranno le loro autovetture con gli spettatori che continueranno a seguirli dall’interno, continuando ad interpretare ciascuno il proprio personaggio per arrivare in differenti destinazioni.
Chi assisterà allo spettacolo – rigorosamente un pubblico di 36 persone a volta – apparterrà ad uno dei tre gruppi, ciascuno dei quali seguirà il punto di vista di uno solo dei protagonisti.
Il pubblico si incontrerà per prendere parte a scena comuni, provenendo però da situazioni completamente diverse, con un impatto emotivo distinto, ed interpretando così i fatti in un modo del tutto soggettivo.
Ognuno vivrà un finale a sé e, come avviene nella vita, lo spettatore interpreterà la vicenda con il suo punto di vista, ignaro di quanto è accaduto nelle altre storie.
Ad Occhi chiusi si trasforma così in quanto di più vicino alla realtà portando il pubblico a vivere intensamente le emozioni dei personaggi, in uno spettacolo di denuncia che avvicina empaticamente al tema attorno a cui ruota la vicenda: la violenza.
Già sold out in molte date, Ad Occhi chiusi , è uno spettacolo frutto della creatività e della spinta all’innovazione che solo chi ha coraggio e voglia di regalare nuova luce al teatro può avere. Ci riferiamo al regista Carlo Fineschi, che è stato capace di creare un format inedito a livello mondiale, che ha spinto gli spettatori ad assistere per ben tre volte al medesimo spettacolo (della durata totale di tre ore) per poter guardare alla stessa storia dai tre punti di vista diversi.
E se al pubblico coraggio e curiosità non possono essere recriminati, un diverso atteggiamento andrebbe adottato nei confronti di produttori, critici e direttori di teatro, che forse troppo timorosi di muoversi dalla propria comfort zone, non hanno ancora strizzato l’occhio per guardare ad un futuro che per il momento sembra essere meravigliosamente rappresentato da questo spettacolo.
Il progetto di Ad Occhi chiusi è una macchina perfettamente oleata caratterizzata da un’attenzione certosina rivolta ad ogni fattore, a partire dall’interpretazione attoriale. Gli attori (Adelmo Togliani, Sara Allegrucci, Matteo Bolognese, Edoardo Ciufoletti, Rosalba Battaglia, Chiara Ricci, Valeria Mafera, Camillo Ventola), riescono a rimanere all’interno dei personaggi pur dovendo guidare la macchina e avendo lo sguardo dello spettatore sempre addosso.
Nota di merito va riconosciuta anche all’Associazione L’Albatro di Sara Allegrucci e Matteo Bolognese, che ha creduto in un progetto tutto italiano producendo uno spettacolo con 13 attori, 12 location e 9 automobili.
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