Il nuovo esodo: la fuga dei pensionati italiani
Un nuovo fenomeno sta colpendo il Belpaese. Dopo i “cervelli in fuga” oggi si parla sempre di più dei “nonni in fuga”, un caso che colpisce i pensionati italiani. Un numero sempre crescente di anziani, infatti, va via dall’Italia alla ricerca di un tenore di vita più sostenibile; un fenomeno diventato molto serio, anche se i signori della politica continuano a non prenderlo in considerazione. Secondo i dati Istat aggiornati al 2014, gli ultrasessantenni all’estero sono 473 mila, con un aumento di oltre il 100 % in rapporto al 2010. Le mete più ambite? Romania, Bulgaria, Tunisia, Marocco o Portogallo, ma stanno prendendo piede anche Thailandia e Malesia.
Come mai, dopo i giovani, ora anche i nostri nonni scappano dall’Italia? Per i giovani il motivo è sempre lo stesso, cioè lavoro e possibilità di carriera. Per i pensionati le motivazioni sono, ovviamente, il tenore di vita, le possibilità maggiori di curarsi e l’aumento del valore della propria pensione. Non si tratta di voler vivere da “nababbi”, ma semplicemente di poter vivere. Da una parte i farmaci troppo costosi e le difficoltà di accedere alle cure mediche, dall’altra pensioni sempre più insufficienti per affitti, bollette e spese alimentari, hanno determinato la fuga degli over 65.
Secondo il Dossier della Fipac Econfesercenti (Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali) «Gli over 65, strangolati da pensioni minime, impossibilitati ad affrontare i rincari dei costi di ticket e farmaci, sono ormai in fuga dal Servizio Sanitario Nazionale. Il Censis denuncia che, a causa dei costi della sanità, sono oltre 9 milioni gli italiani che hanno rinunciato a curarsi: rimandano visite e interventi, si rassegnano ad aspettare tempi biblici per esami diagnostici, non acquistano i farmaci che sono rimborsabili dal SSN, di questi ben 2 milioni sono anziani».
Portogallo, Romania e Tunisia sono dei veri paradisi per le tasse, ma anche l’eldorado per i pensionati italiani che vogliono godersi la terza età. In questi Paesi una pensione da 800 euro è una vera fortuna, diversamente da quanto avviene in Italia, dove ormai la vita costa troppo, gli assegni previdenziali non sono più quelli di una volta. Così, da un paio d’anni è scattato l’esodo oltre frontiera dei nonni italiani. Molti sono partiti per Tunisia, Romania o Bulgaria, ma l’ultima moda sono le isole Cayman. In questi Paesi lo stipendio mensile si incassa al lordo, o con tassazione al minimo assoluto in percentuale, senza pagare un euro all’Agenzia delle Entrate.
Ovviamente i Paesi europei, per vicinanza e semplicità burocratica, ma anche per culture simili e clima, sono le prime destinazioni prese in considerazione. L’Europa sulle tasse, del resto, non è per niente unita. Le grandi multinazionali pagano aliquote irrisorie in Irlanda e Olanda, mentre Cipro, Malta e Lussemburgo difendono il loro status di paradisi fiscali. Così Portogallo, Romania e i paesi del Maghreb (Tunisia e Marocco) sono diventati la Mecca degli ultrasessantenni italiani. Per aiutare i pensionati, che decidono di lasciare l’Italia, ci sono diverse agenzie online e associazioni che danno una mano a cercare la meta più adatta e informano sulle procedure burocratiche del Paese scelto.
Per il Portogallo le regole non sono complesse, basta vivere nel Paese 183 giorni, assumere lo status di “residente non abituale” e per dieci anni la pensione è esentasse. L’Inps accredita la pensione lorda, come previsto dagli accordi bilaterali, e l’erario locale non effettua nessun prelievo. In questo modo Lisbona ci guadagna mentre le casse dello Stato Italiano, privato di Irpef e consumi degli espatriati, ci perdono. Considerando, infatti, che il costo della vita è più basso e si riceve una pensione più alta, perché non tassata come in Italia, la scelta del Portogallo diventa sempre più allettante per i nostri pensionati. Per fare solo un esempio, un pensionato italiano che prende circa 850 euro al mese in Portogallo ne riceve circa 1.100, senza parlare delle spese nettamente inferiori rispetto all’Italia. Inoltre il Portogallo è un Paese sicuro e non ha gravi problemi di criminalità.
La seconda meta molto ambita dai pensionati italiani è la Romania, in particolar modo per le cure odontoiatriche, più economiche perché non coperte dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Anche qui la vita è meno costosa e le tassazioni sulla pensione sono quasi irrisorie.
La Tunisia, con la sua cultura, è un paese che offre diverse attrattive per chi intende trasferirsi. Ai pensionati italiani che si trasferiscono in Tunisia, anche per periodi limitati, la legge concede diversi vantaggi fiscali, che portano a un aumento della pensione netta percepita. Infatti, sul lordo della pensione lo Stato tunisino concede la detrazione dell’80 %, tassando solo il 20% rimanente. All’aumento della pensione netta si accompagna un costo della vita molto più basso, come la ridotta spesa per le bollette energetiche, che permette al pensionato di veder aumentare le sue entrate in modo consistente.
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