Apple condannata dalla Corte Suprema Usa

Apple condannata a pagare 450 milioni di dollari. Così ha deciso la Corte Suprema Usa. Quest’ultima ha respinto l’appello della società di Cupertino confermandole la condanna per aver concordato un “cartello” con altri gruppi editoriali per far alzare i prezzi degli e-book di Amazon. Dunque la decisione della Corte Suprema ha lasciato valide le decisioni prese dalla Corte d’Appello di New York, nel giugno dell’anno scorso, la quale aveva sentenziato la Apple colpevole di violazioni antitrust.

L’illecito risale al tramontare del 2009 quando la casa di Cupertino si preparava a lanciare il suo primo iPad e l’iBookstore. Da quel momento la Apple si è mossa con l’intenzione di rallentare la corse del rivale Amazon. Il piano prevedeva, attraverso l’accordo della Apple con altri cinque gruppi editoriali (Hachette Book Group, controllata da Lagardere, HarperCollins Publishers, parte di News Corp, Penguin Group, Simon & Schuster, controllata da Cbs, e Macmillan, parte di Verlagsgruppe Georg von Holtzbrinck), di far alzare i prezzi degli e-book di Amazon da 9,99 dollari a una somma che si avvicinasse al prezzo di copertina di un libro fisico, cioè attorno ai 15 dollari.

Questo “cartello” editoriale avrebbe così causato, secondo il giudice, un considerevole rialzo dei prezzi per i consumatori, in alcuni casi addirittura del 50%, e profitti illeciti per Apple e per gli editori. Naturalmente, all’epoca, la Apple si era inizialmente difesa dall’accusa sostenendo di non essere la causa di una decisione che gli editori avrebbero preso in seguito alle condizioni del mercato. Ma a inchiodarla fu un’email di Steve Jobs indirizzata a James Murdoch, figlio del fondatore della News Corp e proprietario di Harper Collins, nella quale scriveva che “le vendite di Amazon a 9,99 dollari rischiavano di erodere la reale percezione del valore dei prodotti editoriali e che Apple avrebbe tentato di fissare soglie di prezzo più alte”.

Ora Apple condannata al pagamento di 450 milioni dollari mentre per gli editori coinvolti la somma ammonta a 166 milioni, cifra per cui avevano patteggiato.

Twitter: @Francesco Nespoli

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