Giachetti vince le primarie del PD
Le primarie del Partito Democratico si sono concluse ieri, domenica 6 marzo, con la vittoria di Roberto Giachetti (60%) seguito da Roberto Morassut (28%). Una replica del Super Sunday americano ma con ben altro peso e ben altra affluenza numerica che si assesta intorno ai 50.000 votanti contro un’aspettativa di almeno 60.000. In corsa alla conquista del Campidoglio, insieme a Roberto Giachetti, Chiara Ferraro, Domenico Rossi, Gianfranco Mascia, Stefano Pedica e il già citato Roberto Morassut.
La vittoria è sicuramente del sindaco Ignazio Marino data la scarsa partecipazione rispetto alla precedente tornata elettorale che vantava un’affluenza di circa 100.000 elettori. L’ex sindaco lasciato solo dal partito aveva giustificato così nei giorni precedenti la sua scelta di non recarsi alle urne: «Sto terminando il mio libro, lo devo consegnare domani alla casa editrice per andare in stampa nei prossimi giorni. E chi ha lavorato con me o mi conosce lo sa, sono pignolo». Primarie quindi sottotono, con scarsa affluenza attribuita a pioggia e grandine e scarso risalto mediatico che relega i candidati alla piattaforma tv del Messaggero, non scevre da polemiche però che anche in questo caso non hanno esitato a farsi sentire. Unica data destinata al voto il 6 marzo, in controtendenza rispetto alle primarie milanesi che di giorni ne avevano due, norma in extremis apposta dal commissario, Matteo Orfini, per scoraggiare la partecipazione “cammellata” o inconsapevole di rom e cittadini stranieri. La novità delle primarie romane sta infatti nella pre-registrazione e come spiega lo stesso Orfini, consiste in «una regola che non c’era nel 2013. Chi vuole partecipare deve pre iscriversi alle primarie entro le 12 di sabato 5 marzo 2016 e poi andare a votare in un seggio speciale». 190 i seggi allestiti e circa mille volontari, con il classico contributo di due euro chiesto agli elettori.
Una tornata come si è detto sottotono e sottotono erano anche i programmi dei candidati. Chiara Ferraro, vicina all’ex sindaco Ignazio Marino, punta tutto su accoglienza e reciprocità. Giachetti, dato da subito per favorito e appoggiato dal Governo Renzi, mette al centro trasporti, metropolitane e mezzi di superficie, con un’attenzione al web a cui affida il tema della discarica di Malagrotta: «Sulla discarica di Malagrotta non si torna indietro. È stata chiusa e resta chiusa. Ora serve una bonifica ambientale». Roberto Morassut, esponente della minoranza Dem, unico vero antagonista a Giachetti, dalla sua porta i temi dell’efficienza amministrativa, della riduzione della Tari ai virtuosi, ammonendo l’apertura del governo verso Verdini: «Il mio percorso politico è legato a Roma e la mia candidatura è un’apertura a sinistra e alle forze che amano la città». Stefano Pedica e Domenico Rossi hanno discusso di governance, proponendo figure come Alfonso Sabella, il prefetto Tronca e Gianfranco Mascia all’interno della loro giunta. Il motto “6 marzo 6 tu che scegli” ha così pervaso la Capitale, al netto di un’altra querelle che ha visto protagonista il commissario Matteo Orfini, che ha deciso di escludere dai seggi uno dei circoli più importanti della Capitale, il circolo di “Donna Olimpia”, così motivando la sua scelta: «Il circolo di Donna Olimpia non lo ha chiuso la federazione, ma una di quelle correnti che hanno rovinato il Pd e che ha deciso di trasformarlo da luogo aperto a sede inagibile per i militanti del Pd. Arrivando addirittura a impedire a centinaia di militanti di riunirsi». Secca la replica su Repubblica.it del circolo: «Vuole umiliarci perché abbiamo osato opporci a scelte fatte senza discussione e confronto» aggiungendo «terremo aperto il circolo invitando i cittadini a votare per chiunque vorranno e offriremo loro cappuccino e cornetto contro la prepotenza», invito accolto da Roberto Giacchetti.
Le urne hanno consegnato al Partito Democratico Roberto Giachetti quale candidato pronto a scontrarsi alle amministrative di primavera con la candidata del Movimento 5 stelle, Virginia Raggi, con il candidato della Sinistra Italiana, Stefano Fassina, con Guido Bertolaso, candidato di Forza Italia, e Alfio Marchini che ha recentemente ufficializzato la sua candidatura chiedendo l’unità dei moderati. Una storia ancora tutta da scrivere in attesa nel nuovo sindaco di Roma.