Donne e delitti: l’amore criminale raccontato in tv
L’8 marzo, ricorrenza dedicata alle donne, è ormai prossimo, e mai come in questi giorni si rende necessario e doveroso, dal punto di vista dei Diritti Umani, affrontare il problema del femminicidio, termine che è un triste neologismo della nostra epoca. Martedì 1 marzo 2016 il palinsesto televisivo si è rivelato doloroso e molti canali si sono concentrati sugli omicidi d’amore. Sarà stato un caso? “Una stagione all’inferno”, come direbbe Arthur Rimbaud, che si è delineata partendo da Canale 5 con il film di Woody Allen Match Point, un vero e proprio pugno nello stomaco, con Scarlett Johansson innocente vittima sacrificale della follia omicida dell’uomo che amava troppo. Diversi sono stati i programmi tv che, sempre il 1 marzo, hanno parlano dell’amore assassino: Crimini del cuore e Ucciderei per te, in onda su Deejay TV e Real Time, e Amore Criminale, su Rai Premium. Programmi accomunati da un atroce ed insensato aspetto che fa da filo conduttore: la profanazione del diritto inalienabile alla vita.
Storie che parlano di donne che amavano troppo e di uomini che quotidianamente si rivelano incapaci d’amare e di rispettare la propria compagna. Crimini che si manifestano a causa di una gelosia eccessiva, dovuti spesso a tradimenti reali o fittizi che siano, a situazioni economiche disastrose. Passioni pericolose che varcano ogni limite di umanità. Vite spezzate, sogni distrutti, promesse tradite, intere famiglie dilaniate dal dolore. Uno scempio inconcepibile e trasversale, impossibile da comprendere e tantomeno da perdonare, che attraversa tutto il globo terrestre alla velocità della luce, dall’Europa all’Asia, dall’Africa all’India, dai Paesi Arabi all’America. Un’onta nera che non risparmia nessuna razza e nessuna religione e che, come un drappo funebre, ricopre l’umanità irrimediabilmente perduta, annebbiando le coscienze e spargendo ovunque il sangue di donne innocenti, colpevoli solo di aver amato.
Crimini del cuore narra l’aspetto più ossessivo dell’amore. Vengono realizzate delle interviste, e ricostruite quelle relazioni amorose che si tramutano spesso in tragedie senza via d’uscita. Un mix di “amore e morte” che si nutre dell’ingenuità delle donne, spazzando via i loro sogni per sempre. Non resta più niente di quell’originario sentimento, solo cenere. Un tragico vuoto istituzionale si rivela troppo profondo da colmare e le richieste d’aiuto cadono come un castello di carte. Amore Criminale, condotto da Barbara De Rossi, usa il linguaggio del documentario (per le interviste) e quello della fiction (nelle ricostruzioni), dando voce a quelle donne che voce non hanno, ed ha il grande merito di combattere instancabilmente e con grande coraggio contro il femminicidio, grazie alla preziosa collaborazione con i Centri Antiviolenza e le Forze dell’Ordine. Spesso i maltrattamenti e le violenze, che talvolta sfociano in efferati omicidi, avvengono in contesti familiari e domestici, attraversando rovinosamente tutte le classi sociali. I carnefici sono quasi sempre i mariti e i conviventi delle vittime, gli uomini che dicevano di amarle. Diventa fondamentale la testimonianza delle sopravvissute, di tutte coloro che, come Chiara, sono riuscite a scampare alla morte e che, durante ogni giorno della loro vita, combattono con forza affinché nessuno possa dimenticare, né oggi né mai.
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