La NBA ai piedi di Curry
Ennesima impresa della stagione di Curry. Nella gara di sabato ad Oklahoma City, il fuoriclasse dei Warriors ha realizzato 12 triple, compresa l’ultima allo scadere dalla lunga distanza. La NBA gli rende omaggio. Nella notte, riscatto Cleveland, si conferma Boston, entrambe sconfitte le contendenti all’ottavo posto ad Ovest. Momento no per gli italiani.
9,75 metri dal canestro, vale a dire due e mezzo dall’arco. Quando sabato alla Chesapeake Arena, Steph Curry ha preso la palla, mancavano 6” al termine del supplementare, punteggio in parità. “Ho visto che non si posizionavano in difesa, e a me i tiri stavano entrando. Così ho tirato“. La palla ha disegnato la solita parabola ed ha dato il consueto esito. 121 a 118, ancora una vittoria per Golden State, che ottiene a febbraio la matematica qualificazione ai playoffs dall’alto di un eccezionale 53-5. Per Curry 46 punti ottenuti con 12 triple, record eguagliato, 288 in stagione, primato da lui detenuto e già battuto. La NBA si interroga già sul posto che questo ragazzo piuttosto piccolo per gli standard cestistici (191cm e 84kg) occupa nel firmamento della NBA. Quel che è certo è che nessuno mai ha tirato come lui. Sembra tranquillo, concentrato sull’obiettivo di aggiungere un altro anello a quello messo al dito lo scorso giugno. Proprio dal suo rivale LeBron James arriva su Twitter l’omaggio più apprezzato “Mai visto nessuno come lui nella storia del basket…”
Ultimamente i Cavs stanno andando a corrente alternata, non sembrano all’altezza delle corazzate del Pacifico. Non si vede chi ad Est possa minacciarli, ma per vincere il titolo dovranno migliorare molto. Stanotte hanno sofferto ma battuto alla fine Indiana, 33 punti di James, una tripla importante di Dalla Vedova e due giocate decisive, un lay-up in attacco ed una stoppata in difesa di Tristan Thompson negli ultimi secondi di gioco. Il TD Garden continua ad essere il fortino dei Celtics, 11 vittorie casalinghe consecutive. Avversari di turno i Jazz, che erano scappati sul +13 in avvio prima di sbattere contro l’ottima difesa di Boston. Chiusura punto a punto, finale deciso da una tripla di Crowder e da una stoppata di Bradley su Hayward. I verdi sono terzi ad Est, mentre Utah sconfitta manca l’occasione di scavalcare Houston – a sua volta battuta – all’ottava piazza ad Ovest. I Rockets, che non sono riusciti a liberarsi del pesante ingaggio di Howard, hanno incassato un 128-121 a Milwaukee, frutto dei 66 punti combinati da Parker e Middleton.
Washington in rimonta, tre successi consecutivi, l’ultimo con Filadelfia. John Wall è rinato e guida i suoi alla caccia di Charlotte, Chicago ed Indiana. Considerate le potenzialità, i capitolini possono rientrare. Memphis consolida la propria posizione con il 103 a 96 su Denver, Randolph protagonista. I Nuggets hanno ingaggiato Sampson per ovviare all’infortunio occorso venerdì a Gallinari contro Dallas. La risonanza magnetica ha riscontrato un interessamento dei legamenti, oltre che la distorsione della caviglia. Danilo si è mostrato ottimista, parla di un mesetto di assenza e di rientro prima delle regular season. Tuttavia data la sua storia recente, le chances zero di Denver di andare ai playoffs ed il preolimpico di luglio, la speranza è che si usi la massima cautela. Bargnani ha risolto il contratto con Brooklyn, attende un’altra chiamata NBA ma teme di dover ripiegare sul ritorno in Europa. Dopo le due stagioni da sogno a San Antonio, Belinelli sta assaggiando il pane duro di Sacramento, squadra di talento ma con poca logica. Gioca poco e meno bene, i Kings sono decimi ad Ovest a circa 4 successi dalla linea post season. Troppo forte per loro Oklahoma, che stanotte li ha battuti 131 a 116. I Thunder riscattano la beffa di sabato con Golden State, partita condotta quasi interamente prima della prodezza di Curry. Restano dietro i Clippers, a loro volta agevoli vincitori di Brooklyn.
Il mercato si è chiuso senza botti, cambio di maglia più illustre quello di Joe Johnson, approdato a Miami per aiutare la franchigia dopo i problemi di salute occorsi a Bosh. L’ex Brooklyn ha debuttato contro i Knicks con 12 punti che lo hanno portato al 51° posto fra i marcatori NBA di sempre, a -6 dalla 50a piazza di Reggie Theus.