Lucarelli vs Argento e il fenomeno delle telerisse
Qual è quel modello televisivo che non conosce crisi da 20 anni a questa parte? La risposta è semplice: quello della telerissa. Questo discutibile “format” si è affermato a partire dagli anni ’80, dopo l’avvento delle televisioni commerciali, fino a diventare – almeno in Italia – un vero e proprio fenomeno di costume. La telerissa è ormai l’ospite più ambito della tv nostrana, tanto che a volte si ha il dubbio che certe situazioni ai limiti della decenza siano orchestrate da autori e conduttori stessi a caccia di ascolti. Sì, perché da sempre è noto che litigi, risse e botte da orbi pagano in termini di audience: più il salotto è “litigarello”, più lo share sale.
Recentemente ne abbiamo avuto un esempio piuttosto eloquente durante la diretta di Ballando con le stelle, il fortunato programma di Milly Carlucci che sabato 27 febbraio si è guadagnato il 21,14 % di share, (assai) probabilmente anche grazie ad un battibecco piuttosto feroce che ha scaldato l’atmosfera del programma ballerino. Protagoniste di tale “singolar tenzone” l’opinionista-scrittrice-giornalista-blogger-conduttrice-e chissà che altro Selvaggia Lucarelli e l’attrice-regista-figlia di Dario Argento, Asia. La scintilla è scoppiata in seguito alla performance di salsa poco convincente della discendente del maestro del brivido, aspramente criticata dalla Lucarelli con una frase poco felice: “Il problema è che Asia balla con la stessa aria atterrita di quando schivava le coltellate nei film di suo padre”. Il giudizio, così come ci si aspettava, ha indispettito l’aspirante ballerina, la quale non si è fatta certo passare la mosca al naso e ha replicato aspramente: “Selvaggia, ho letto da qualche parte che i nomi con la “esse” sono nomi di serpente”. Da quel momento in poi l’aria è diventata irrespirabile e le due hanno continuato a regalarsi “complimenti” a vicenda.
È risaputo che tra la Lucarelli e Asia Argento non corra buon sangue. Selvaggia, infatti, non ha mai avuto parole tenere per l’attrice nei suoi post o articoli, criticandola sia per le sue dubbie doti recitative che per la condotta di vita. Dall’altra parte, anche Asia che non ha grossa stima per il mestiere (?) di opinionista della Lucarelli. Ma la “stima” reciproca non giustifica lo spettacolo disdicevole propinato agli italiani che, purtroppo, sembrano ormai essersi assuefatti a certe manifestazioni trash che infestano il piccolo schermo. Si, perché né la televisione inglese, nè quella francese o tedesca vantano qualcosa di simile e a simili livelli, come se la rissa e la discussione aspra e incivile facciano parte della nostra weltanschauung.
Non a caso, persino lo stesso Leopardi, più di due secoli fa, ne era convinto. Nel Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani, il poeta di Recanati aveva ben sottolineato la nostra incapacità ad intraprendere una conversazione civile senza riuscire a tenere a freno l’abitudine all’insulto: “La raillerie e il persiflage, cose sì poco proprie della buona conversazione altrove, occupano e formano tutto quel poco di vera conversazione che v’ha in Italia. Quest’è l’unico modo, l’unica arte di conversare che vi si conosca… Gl’Italiani posseggono l’arte di perseguitarsi scambievolmente e di se pousser à bout colle parole, più che alcun’altra nazione”. D’altronde è quel che succede anche nella vita di tutti i giorni: a chi non è mai capitato di vedere due persone che bisticciano e di fermarsi a guardare, ovviamente senza provare a separarle?
Se dunque vogliamo accettare per veritiera la teoria leopardiana, ci appare più chiaro il motivo per cui lo share di una telerissa salga alle stelle. Resta però il mistero dell’intenzionalità o meno di certi sketch al limite del trash. È vero che i nostri palinsesti ci propongono format di dubbio gusto, quali reality o talk show, che fondano spesso tutto il loro successo (ma anche la loro esistenza) su litigi, battibecchi e quant’altro, ma è altrettanto vero che certe manifestazioni di inciviltà non dovrebbero trovare posto in televisione; esiste pur sempre un codice di autoregolamentazione! Ma, a quanto pare, le strategie di marketing, che prevedono la necessità di catturare l’attenzione degli spettatori a qualunque costo e con qualunque mezzo, vincono sul buonsenso.
Che ci siano copioni prestabiliti o meno, che i padroni di casa contribuiscano ad alimentare gli eccessi verbali o provino a sedarli, che si tenda a invitare volutamente soggetti che vantano capacità provocatorie fuori dal comune o si vengano a trovare sul “luogo del delitto” casualmente, il risultato non cambia: dove c’è telerissa c’è share, e dove c’è share, purtroppo, nella maggioranza dei casi, trionfa il trash.
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