Un punto a favore dell’Onu nella tempesta armi chimiche
È ufficiale. Gli ispettori, il cui compito è indagare sui siti in cui sarebbero stati effettuati attacchi con l’utilizzo di armi chimiche, hanno lasciato Damasco, mentre gli esperti nello smantellamento dell’arsenale chimico sono attesi per martedì 1 ottobre.
Il Presidente siriano Bashar Al Assad ha sempre negato il coinvolgimento del regime siriano negli attacchi di gas nervino e continua a farlo. “Abbiamo le prove che sono stati i ribelli a commettere i crimini”,ha dichiarato. E ancora: “Se un mio passo indietro risolvesse la crisi lo farei, ma ora c’è la guerra“. Secondo Assad, inoltre, il suo ruolo di presidente non gli permetterebbe di abbandonare il suo popolo proprio nel bel mezzo della “tempesta“. I campioni, raccolti dai primi soccorritori pervenuti sul luogo della strage del 21 agosto, tuttavia, hanno evidenziato la positività al test del gas sarin. Lo scorso 28 settembre il primo raggio di sole nella tempesta: è stata approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la risoluzione vincolante sullo smantellamento dell’arsenale di armi chimiche. Una piccola vittoria a livello internazionale, dopo tante sconfitte. “Con una sola voce diciamo che le armi chimiche non verranno tollerate”, ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, William Hague. In questa occasione, la Siria ha dimostrato un reale desiderio di collaborazione, consegnando, senza particolari problemi, la lista dei propri arsenali. In ogni caso, l’Onu ha preferito prendere precauzioni e ha minacciato il ricorso a misure punitive qualora la Siria risultasse non adempiente alla distruzione delle armi nei tempi previsti. Quella di giovedì sera resta una delle decisioni più significative prese nell’ambito della questione armi chimiche, sorta da un compromesso tra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu e, poi, confermata a pieni voti dai restanti quindici membri nella notte del venerdì. Il ministro degli Esteri Usa, John Kerry, in seguito al risultato dei voti, ha dichiarato che la partecipazione stessa di Paesi così importanti riuniti sottolinea l’importanza stessa che questi attribuiscono ad istituzioni e norme internazionali. Certo, la strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa e molto deve ancora essere messo in pratica. Tuttavia, poco tempo fa, tra minacce di attacchi, se non di una vera e propria guerra, un passo in avanti come questo non poteva neanche essere sperato.
Ora, una équipe di venti uomini tra ingegneri, chimici e paramedici provenienti da tutto il mondo si prepara ad entrare in campo. Unico obiettivo: smantellare l’arsenale chimico siriano nel modo più rapido ed indolore possibile. Saranno dotati di tutte le precauzioni necessarie: giubbotti, caschi e tute adatti a proteggerli dalle sostanze chimiche. Li aspettano 1000 tonnellate di agenti nervini e gas velenosi. Il tutto sarà effettuato con la collaborazione di tecnici siriani. La pressione degli occhi puntati addosso da tutto il mondo non tarderà certo a farsi sentire.
Per il momento, non resta che attendere, nella speranza che arrivi sempre la quiete dopo la tempesta.