Apollo 10 ed il mistero che mistero non lo era affatto
Apollo 10. La missione lunare del 1969, considerata una prova generale della missione che portò Armstrong ad essere il primo uomo a metter piede sulla Luna, è improvvisamente tornata in auge 46 anni dopo. Cosa è successo? E’ successo che nell’era di internet, nella quale teoricamente tutti hanno accesso ad una moltitudine di informazioni, cosa che dovrebbe rendere tutti più informati ed eruditi, qualcuno, ancora non è chiara l’origine di questa riproposizione del finto mistero, ha tirato fuori una registrazione nella quale gli astronauti si parlano ed affermano di sentire un rumore di sottofondo “inspiegabile”, il suono della Luna o, forse, addirittura il suono creato da alieni che si erano avvicinati al modulo lunare. Il tutto condito con le classiche (per i complottisti) avvertenze sul fatto che la NASA lo ha tenuto nascosto fino al 2008 e che quindi c’è qualcosa che “loro” non ci vogliono far sapere.
Il mistero è presto chiarito. Prima di tutto non è affatto vero che la NASA lo ha tenuto nascosto fino al 2008 visto che l’audio delle trasmissioni della missione è sempre stato disponibile nel National Archive degli Stati Uniti. Secondo il suono non era altro che un’interferenza tra i vari canali radio utilizzati dagli astronauti. Non era “la voce della Luna” o tantomeno un suono prodotto da entità aliene. Infatti anche gli astronauti ricordano che lo avvertivano solamente mentre comunicavano via radio. La NASA dal canto suo non ha mai nascosto nulla al riguardo, fornendo la spiegazione del mistero già nel 1969. Il fatto fu poi riportato in un libro scritto da uno degli astronauti della missione Apollo, Mike Collins,che però ne parla come di una cosa curiosa capitata nella missione, non come di un mistero. Ma sul web, luogo immateriale dove, come disse Umberto Eco, qualunque imbecille può esprimere la propria opinione, basta un niente per far diventare”virale”una storia di 50 anni fa. Perché c’è tanta gente che ha voglia di credere, a qualunque cosa. Purchè non sia “ufficiale”.