Nomine Rai: Fabiano, Dallatana e Bignardi in prima linea
Una tv pubblica che strizza l’occhio all’autonomia e al pluralismo culturale: questi gli obiettivi dichiarati da Antonio Campo Dall’Orto quando, nel corso della riunione svoltasi mercoledì 17 febbraio, ha anticipato le nuove nomine Rai ai membri del CdA di Viale Mazzini. L’ex direttore di Rai 2 Angelo Teodoli alla guida di Rai 4, il giornalista di Repubblica Gabriele Romagnoli a Rai Sport, la manager Ilaria Dallatana a Rai 2, il vicedirettore uscente di Rai 1 Andrea Fabiano al posto di Giancarlo Leone – ora nuovo responsabile del coordinamento dei palinsesti, dopo il successo ottenuto con il Festival di Sanremo – e la conduttrice Daria Bignardi a Rai 3.
In vetta, dunque, due donne e il direttore più giovane della storia, tre professionisti del piccolo schermo che, grazie ai lasciapassare di almeno sette consiglieri su nove (che oggi, giovedì 18 febbraio, per la prima volta, hanno espresso soltanto dei pareri consultivi), avranno il compito di rinnovare e guidare i canali di punta della televisione.
Ma chi sono questi tre volti della dirigenza del servizio pubblico? Facendo un po’ d’ordine e focalizzandoci sui profili del nuovo team, si scopre che il quasi quarantenne Andrea Fabiano lavora in Rai dal 1999 e la sua professionalità e profonda conoscenza del marketing e del prodotto audiovisivo l’hanno portato, tempo fa, a guadagnarsi la qualifica di vicedirettore di Rai 1, mentre la parmense Ilaria Dallatana, fondatrice della società Magnolia insieme a Giorgio Gori, ha mosso i suoi primi passi nella direzione della televisione privata prima in Spagna, con Telecinco, e poi nelle reti Mediaset, come capo della divisione intrattenimento di Canale 5 e Italia 1.
Nel mezzo, ovviamente, c’è Daria Bignardi, un’icona del piccolo schermo che non ha bisogno di ulteriori presentazioni: giornalista affermata, moglie del direttore de Il Post Luca Sofri, e conduttrice delle prime due edizioni del Grande Fratello, è nota al grande pubblico come presentatrice di trasmissioni di punta come L’era glaciale e Le invasioni barbariche. Data l’inesperienza in ambito produttivo e manageriale, tra le nomine Rai quella della Bignardi risulta la più sorprendente, tuttavia il suo curriculum da signora dell’intrattenimento e una buona dose d’eleganza e savoir faire contro chi la etichetta solo come una radical chic dell’aria renziana, dovrebbero essere sufficienti ad apportare una ventata d’innovazione all’interno di una rete come Rai 3, dotata di un enorme potenziale che però non sempre riesce ad attirare il grande pubblico.
Nonostante il malcontento espresso del sindacato Usigrai, dopo aver definito la scelta dirigenziale di Antonio Campo Dall’Orto come “l’ennesima infornata di esterni”, non resta che aspettare e valutare nel complesso i pro e i contro di una decisione che, all’apparenza, sembra destinata a rivoluzionare il mondo del servizio pubblico e non solo.
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