Renato Bialetti, l’omino con i baffi
Chissà quante volte avrete sentito i vostri nonni e i vostri genitori ricordare con nostalgia Carosello, trasmesso dal 1957 al 1977. “Che bello che era Carosello! Non esistono più le pubblicità di una volta”. E in un modo o nell’altro anche noi siamo cresciuti con questa particolare nostalgia per qualcosa che non abbiamo né visto (se non quando la Rai nostalgica manda in onda i suoi momenti migliori, o grazie all’ausilio di interne), né vissuto. E’ proprio lì, in quel format, che nel 1958, l’omino con i baffi disegnato da Paul Campani, prese forma negli spot Bialetti di Carosello. E la televisione, a quei tempi, rappresentò una vera rivoluzione negli abiti e nei costumi degli italiani.Molto probabilmente, prima della morte di Renato Bialetti, quel cognome per i più giovani, altro non era che una moka, l’oggetto immancabile nelle nostre cucine con cui preparare il caffè ogni mattina. E per i cultori del caffè, i soggetti affetti da una dipendenza da caffeina per i quali “il tè-no-grazie-non sono inglese”, la moka è una statua da venerare.
L’invezione della Moka Express è datata 1933, anno in cui Alfonso Bialetti ( il padre di Renato) ebbe l’intuizione di creare una nuova macchina per la preparazione del caffè guardando la moglie fare il bucato con la lessiveuse. Sotto la guida di Renato Bialetti, che succede al padre nel 1946, la vita della moka subisce positivamente una rivoluzione: avendo una mentalità imprenditoriale passò da una logica artigianale a una produzione in serie di carattere industriale: in un solo anno riuscì a vendere un milione di pezzi. Da quel momento, un’evoluzione continua negli anni e nello stile, fino a raggiungere ai nostri giorni con abiti più moderni (ma senza perdere mai il marchio tradizionale).
L’11 febbraio scorso, Renato Bialetti si è spento , all’età di 93 anni. I suoi figli, Alessandra, Alfonso e Antonella hanno deciso di collocare le ceneri in una caffettiera gigante: la sua moka con i baffi. Del resto, non esiste un posto migliore in questo caso. Successivamente, dopo la cerimonia funebre, la moka con le ceneri è stata tumulata nella tomba di famiglia al cimitero di Omegna.
“Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro”. Così affermava Nino Manfredi in Fantasmi a Roma nel 1961. Chissà se avrebbe funzionato con Renato!
Vai alla home page di LineaDiretta24
Leggi altri articoli dello stesso autore
Twitter: @_mchiara