Gli Azzuri dopo il rimpianto sperano nella wild card
Commentare l’Europeo azzurro a mente fredda è impresa ardua, ma la delusione per l’ottavo posto che ci estromette dalla rassegna iridata di Spagna 2.014 va valutato da più angoli e prospettive. Partiti senza alcuna velleità, il cammino azzurro si è illuminato da subito con le cinque perle ottenute nel girone di qualificazione
Commentare l’Europeo azzurro a mente fredda è impresa ardua, ma la delusione per l’ottavo posto che ci estromette dalla rassegna iridata di Spagna 2.014 va valutato da più angoli e prospettive. Partiti senza alcuna velleità, il cammino azzurro si è illuminato da subito con le cinque perle ottenute nel girone di qualificazione che hanno dato il grip giusto per ammortizzare le due sconfitte della seconda fase (contro Slovenia e Croazia) per poi piazzare una zampata d’autore contro i campioni uscenti spagnoli che ci ha spalancato le porte tra le otto migliori d’Europa. Il quarto di finale con la Lituania giocato alla grande per tre quarti, è stato l’ultimo atto degno di nota di questa nazionale, scivolata nel baratro delle finaline di consolazione che ci avrebbero garantito almeno un posto per i mondiali spagnoli.
E’ invece è successo quello che tutti non ci aspettavamo: un crollo mentale e fisico contro Ucraina e Serbia ci hanno relegato a un dolce-amaro ottavo posto. Come commentarlo? Partiamo innanzitutto dalla vigilia di questo europeo falcidiata dagli infortuni e dalle indisponibilità che hanno ridotto all’osso le rotazioni azzurre. Giocare undici partite in due settimane con soli otto giocatori effettivi è arduo per tutti, quando poi tra gli assenti ci sono talenti e centimetri come quelli di Gallinari e Bargnani l’impresa diventa veramente disperata.
E’ qui che entra in scena la capacità di un grande tecnico che ha saputo amalgamare un collettivo inesperto e insicuro rendendolo una squadra, perché a Simone Pianigiani va dato atto di averci fatto di nuovo appassionare ad uno sport per molti sepolto negli annali, relegato alle imprese di Carlton Myers e Gregor Fucka. Come per magia, milioni di italiani incollati al video a seguire le gesta di una nazione, quella cestistica, di nuovo all’altezza per dire la sua in mezzo ai colossi slavi e balcanici, ancora in grado di poter raccontare una favola, con i Cusin, gli Aradori e i Cinciarini a recitare la parte dei protagonisti. Si è navigato per un po’ sull’entusiasmo e le vittorie iniziali hanno coperto degnamente le magagne di una squadra troppo corta e sbilanciata per reggere l’onda d’urto delle grande multinazionali del cesto, e troppo spremuta da poter recuperare in tempi rapidi fatiche così ravvicinate. Entrare nelle migliori otto d’Europa è già di per se un risultato per il movimento, poter disputare i mondiali sarebbe stata una grande iniezione di fiducia e di continuità necessaria per incrementare il lavoro iniziato. Il presidente della federazione Petrucci, senza mezze misure, non si arrende e ribadisce: Siamo orgogliosi di tutto quello che ha fatto tutto il gruppo, non solo i giocatori ma tutto lo staff Italia.
Abbiamo fatto innamorare del basket tanta gente in Italia e sono certo che abbiamo acquistato tifosi. C’è la volontà di richiedere la wild card per Spagna 2014: conteranno fattori politici ed economici, ma spero che possa contare anche il risultato sportivo, siamo la prima europea tra le escluse e meriteremmo di andarci. Da tifosi e da sportivi non possiamo che allinearci alle parole del Presidente credendo fermamente che questa nazionale, con l’organico effettivo avrebbe raggiunto sul campo un traguardo che ci manca da otto anni, dal lontano 2006 in cui già partecipammo grazie ad una wild card. Vedere questa Italia ai prossimi mondiali significherebbe dare nuova linfa ad un tecnico di valore che va incentivato e stimolato e non interrompere un cammino agonistico che potrebbe aprirci le porte alle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro. Nell’attesa che la Fiba si pronunci al riguardo ci complimentiamo con la Francia che, in una finale senza storia, conquista per la prima volta il titolo continentale annientando una Lituania poco squadra e senza idee.
Appuntamento al 2015 in Ucraina, con la speranza di vedere una nazionale al completo e con alle spalle mondiali e olimpiadi, perché gli azzurri visti in Slovenia in questa rassegna meritano senz’ombra dubbio un proscenio di livello internazionale.