Caracciolo, il prof negazionista sospeso dalle “candidarie”
Antonio Caracciolo è stato sospeso dalle “Comunarie” del Movimento 5 Stelle per il consiglio comunale di Roma. Caracciolo, docente di filosofia del diritto all’Università della Sapienza è salito agli onori delle cronache anni fa per le sue teorie negazioniste sull’Olocausto aveva presentato le giuste credenziali per partecipare, vale a dire è incensurato, ma era sfuggita la sua posizione imbarazzante riguardo un tema così delicato. Non è sfuggita però alla rete, da sempre decisiva nelle scelte del Movimento che ne ha sospeso la candidatura. Roberta Lombardi, ex portavoce 5 stelle e plenipotenziaria per le Amministrative di Roma 2016, motiva la decisione proprio per le posizioni del professore sulla Shoa “Per noi la libertà d’espressione é fondamentale, ma prima viene la condanna assoluta di eventi come il Genocidio”. Ad accorgersene sono stati degli attivisti che hanno segnalato l’imbarazzante posizione di Caracciolo. La Lombardi difende il sistema scelto per la scelta dei candidati anzi, è proprio grazie ad essa, ed al controllo degli attivisti, che è possibile accorgersi di ciò che può sfuggire al direttivo.
Caracciolo, non proprio un volto nuovo della politica visto che è stato a capo di un Club Forza Italia nel 2003 a Seminara, scandalizzò alcuni anni fa i suoi studenti proprio per le sue dichiarazioni, giudicate farneticanti, riguardo l’Olocausto, definito una “leggenda usata per colpevolizzare i popoli vinti” e le camere a gas una delle tante verità ufficiali tutte da verificare “ammesso e non concesso che siano mai esistite”. Imbarazzanti anche le dichiarazioni su Erik Pribke, ora deceduto ma che fu condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, secondo Caracciolo gli ebrei avrebbero tratto profitto dalla condanna di un “capro espiatorio”. Questo è quel che dichiarò: “Non si parli di giustizia e di giusta condanna, perché io non ne vedo di giustizia. Vedo solo vendetta. Mi chiedo cosa sarebbero gli ebrei romani senza i Priebke. Come potrebbero vivere senza nutrirsi della colpa altrui, o meglio della colpa che loro pensano il mondo intero abbia verso di loro. Su questa base fondano la loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale infinito”.