Nella notte dei Grammy’s awards splende la stella di Kendrick Lamar: il giovane rapper nativo di Compton ruba la scena e si porta a casa 5 premi (uno a metà con Taylor Swift per la categoria miglior video) sulle 11 nomination che vantava prima dell’evento e da vita ad una straordinaria esibizione sul palco. K dot ha infatti raggiunto lo stage con un abbigliamento da galeotto ed incatenato ad altri 4 “colleghi” ha aperto con un estratto da The Blacker The Berry (misto alle note di sassofono di un Terrace Martin rinchiuso in una delle due celle posizionate sul palco), per poi spezzare le catene e esibirsi in un’ambientazione con tonalità più afro, una volta partito il ritornello del pezzo. Lamar ha perfettemente dipinto sul palco quello che è il chiaro scuro del disco del 2015: una forte contrapposizione tra violenza, odio e pregiudizio verso i neri d’America (vedi il suo ingresso sul palco teso ed impacciato) e un richiamo alle origini degli stessi, origini che l’artista non rinnega affatto come si evince dai suoi testi e dalla forza sprigionata durante l’esibizione. Il giovane pluripremiato ha poi portato sul palco un pezzo forte del suo repertorio come Alright, cantando davanti ad una tribù Africana con tanto di fuoco acceso e lanciato un nuovo brano, il terzo “Untitled” nel giro di due anni.

Kendrick Lamar
Durante la premiazione per il “miglior disco rap” dell’anno K dot ha voluto ringraziare la sua compagna, tutta l’etichetta TDE «che ogni giorno porta nuovi ragazzi fuori dal ghetto» e il mondo dell’hip hop, citando in particolare Ice Cube (che era lì sul palco dietro di lui), Snoop dogg e Nas.
Lamar arriva dunque ad un importante tappa del suo percorso e a distanza di quasi 5 anni dal suo primo lavoro in studio, “section.80”, ottiene un riconoscimento autorevole che fa echeggiare il suo nome in ogni angolo del globo, anche se chi lo segue da tempo spera che mantenga quell’autenticità che lo contraddistingue da molti altri artisti.