Rai o non Rai? A Crozza l’ardua sentenza
Rai o non Rai? E’ il dilemma che in questi ultimi giorni vede come protagonista il comico Maurizio Crozza, rimbalzando tra giornali e web.
Voci del suo trasloco da La7 in verità sono in circolo da mesi e ad intermittenza ritornano a galla. Ad aprile Crozza avrebbe abbandonato la rete, salutando l’appena arrivato Urbano Cairo, insieme a Michele Santoro, Lilli Gruber e Gad Lerner. Ad agosto un’altra indiscrezione davano Crozza pronto a lasciare La7 per via dell’alto costo del suo show, e ad accompagnarlo ci sarebbe stata anche Geppi Cucciari. Qualche giorno fa le voci di corridoio si fanno più forti con la notizia-bomba lanciata da Dagospia, fonte rinomata per i suoi scoop che puntualmente squarciano come fulmini a ciel sereno la finta tranquillità dello star system mediatico.
Dagospia dà la notizia per certa con un “Anche Crozza molla La7 di Cairo: ha firmato con la Rai e prepara un nuovo show”, scoop subito riportato da tutti i maggiori quotidiani nazionali. Sarà vero? Il direttore di Raiuno Giancarlo Leone è corso subito ai ripari smentendo con un cinguettìo su Twitter: “Tv. Se fosse vera la notizia del passaggio di Crozza alla Rai lo avremmo annunciato noi. Tra il dire e il fare…”. D’altra parte però La7 non si è sbilanciata, annunciando solo la presenza da metà ottobre del comico in onda come al solito ogni venerdì nel suo “Crozza nel Paese delle Meraviglie“. A confermare la notizia lo stesso direttore generale della Rai Luigi Gubitosi che sottolinea “Crozza? Magari… ne abbiamo molta stima ma al momento non abbiamo firmato nessun accordo […] Nei nostri palinsesti di questo autunno non c’è, lo posso assicurare”.
Supposizioni o meno, fonti qualificate di viale Mazzini assicurano che una tale fuga di notizie “non è campata in aria”. Di sicuro Crozza è legato a La7 da un contratto in scadenza a giugno 2014, contratto che però prevede una clausola che in caso di cambio di proprietà della rete lascia la possibilità all’intestatario di rescinderlo e darsi alla fuga. E il comico potrebbe essere allettato da questa alternativa, se si aggiunge come incentivo un nuovo contratto da quattro o cinque milioni di euro per due anni. Il passaggio non sarebbe comunque semplice, in quanto il contratto dovrebbe essere in ogni caso sottoposto al consiglio di amministrazione di viale Mazzini avendo un importo superiore ai 2 milioni e mezzo, tetto massimo degli accordi di competenza del direttore generale. Per non parlare delle solite lamentele di chi vede Crozza come una scheggia impazzita che potrebbe far infuriare qualche pesce grosso, tanto per ricordare Renato Brunetta che qualche giorno fa ha depositato un’interrogazione parlamentare per contestare gli attacchi a Silvio Berlusconi e la faziosità dello sketch del comico proposto nella copertina di “Ballarò“. Allora cosa farà Crozza? Per quanto tempo ancora si farà corteggiare dalle reti nazionali? Cederà o no? Tocca aspettare l’anno che verrà per conoscere l’ardua sentenza.