Migranti: L’UE bacchetta l’Italia
L’Italia è stata nuovamente ripresa dall’Europa in materia di migranti. Sono infatti piovute accuse dalla UE sui rimpatri che, sempre secondo l’Unione Europea, l’Italia non ha portato avanti, o comunque non nel modo, nei tempi, e nelle misure stabilite. Un rapporto della Commissione europea ha messo in evidenza le problematiche aperte nella gestione dei migranti e in maniera particolare nella gestione dei rimpatri.
Il rapporto della Commissione ha così sentenziato: «L’Italia ha eseguito oltre 14mila rimpatri forzati di persone senza diritto di asilo nel 2015 e ha partecipato a 11 voli di Frontex congiunti di richiedenti asilo respinti da altri Stati membri. Ciò resta insufficiente nel contesto di oltre 160mila arrivi nel 2015». Non sembrerebbero esaustivi, dunque, i rimpatri forzati per ovviare al problema della migrazione, da parte dell’Italia, anche se l’UE riserva accuse anche per altre nazioni. Così si è espressa l’Europa sull’applicazione delle misure da attuare per il problema della crisi dei rifugiati. Andrebbero introdotti di nuovo i controlli alle frontiere, ma tale mobilitazione implicherebbe l’aumento dei costi. Infatti la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne all’area Schengen e in modo sistematico e a lungo termine implicherebbe dei costi troppo alti, cifre che andrebbero dai cinque ai diciotto miliardi l’anno, secondo quanto confermato da uno studio di calcolo condotto dalla stessa Unione Europea.
L’Unione europea ha anche concordato una serie di richieste per la Grecia, affinché si riesca a trovare una soluzione per il problema della gestione dei migranti irregolari, concedendo ad Atene tre mesi per mettersi in regola. Solo 15 Stati membri hanno reso disponibile il ricollocamento in seguito agli ulteriori arrivi di migranti che debbano però avere i requisiti necessari; infatti, i 15 Stati hanno reso disponibili posti per poter ricollocare circa 966 persone. Inoltre, se si prende in considerazione la questione dei ricollocamenti, sembrerebbe proprio che l’Italia, che ha iniziato le procedure prima della Grecia, ancora non abbia raggiunto i livelli sperati. Infatti l’Italia per quanto riguarda il ricollocamento si trova sotto la soglia del raggiungimento dell’obiettivo, che è quello di ricollocare 39.600 persone che necessitano di una protezione internazionale di almeno due anni. Ad oggi solo 279 richiedenti sono stati ricollocati. Ma rimangono ancora 200 richieste in sospeso che sono state inviate ad altri Stati membri.