Primarie USA: in testa Trump e Sanders
Grandi festeggiamenti nel quartiere generale di Donald Trump dopo la netta vittoria in New Hampshire. Nel secondo appuntamento delle primarie per le presidenziali Usa a vincere sono stati i due outsider, Donald Trump per i repubblicani e Bernie Sanders per i democratici. E’ stato un trionfo dei candidati anti-sistema sia di destra che di sinistra nelle primarie del New Hampshire e a finire nei guai sono Hillary Clinton e Marco Rubio, i due leader che piacciono tanto ai loro stessi partiti.
Il miliardario repubblicano si è imposto con un ampio margine sul governatore dell’Ohio, John Kasich, ma la sorpresa più eclatante è quella del candidato socialista democratico Sanders, che ha staccato Hillary Clinton con una percentuale intorno ai 20 punti. A questi risultati si aggiungono nuove sorprese con la resurrezione di Jeb Bush da una parte e il tonfo del suo ex pupillo Marco Rubio dall’altra. Il repubblicano moderato John Kasich è stata la sorpresa di queste primarie, conquistando un inaspettato secondo posto. Altre sorprese sono giunte dalla candidata repubblicana Carly Fiorina, ex amministratore delegato di Hp, che ha abbandonato la Corsa alla Casa Bianca. La stessa decisione è stata presa anche dal governatore del New Jersey, Chris Christie, che ha deciso di sospendere la sua campagna elettorale per le presidenziali.
Tra i dem, i sondaggi non lasciavano sicuramente chance per una vittoria, ma l’obiettivo della Clinton era quello di limitare i danni. L’obiettivo non è stato raggiunto e ora si sta già pensando alle prossime primarie del South Carolina di fine febbraio e al “Supertuesday” del primo marzo, dove si voterà in una decina di Stati. L’ex first lady ammette la sconfitta e dichiara «Mi congratulo con il senatore Sanders ma sono io che rappresento la vera svolta», e aggiunge: «So che ho molto lavoro da fare, e lavorerò più di ogni altro, lotterò per ogni voto. E alla fine vinceremo insieme la nomination e queste elezioni». La Clinton, infine, ha affermato: «Sono abituata a cadere, per questo capisco la sorte di tanti americani e come loro mi rialzerò», riconoscendo che il cammino verso la Casa Bianca non sarà per niente facile.
Durante il suo discorso Trump, come d’abitudine, non ha certo limitato le sparate: «Batteremo la Cina e daremo una lezione al Messico e sarò il più grande presidente che Dio ha dato all’America», ha detto, promettendo di rinegoziare tutti i trattati commerciali in favore degli Usa. Trump ha ringraziato le lobby delle armi e ha promesso di difendere il secondo emendamento della costituzione, che garantisce il diritto a portare armi.
Dopo queste primissima tornata elettorale ora tutti puntano gli occhi sul grande giorno, il Supertuesday, che il primo marzo coinvolgerà una decina di stati, e i candidati si giocheranno una buona fetta di delegati.