Prima serata sanremese: Elton John e altri brividi
Taglio del nastro per la 66esima edizione del Festival di Sanremo. La prima serata della manifestazione canora più amata/odiata del Bel Paese si è aperta con una interessantissima anteprima, un toccante omaggio alle precedenti 65 canzoni vincitrici in perfetto stile Amarcord, accompagnato da spezzoni originali, per poi zoomare sull’arrivo dei 20 Big in gara che hanno sfilato sul red carpet. Carlo Conti, padrone di casa bis, nonché improbabile direttore artistico, è stato introdotto sul palco dell’Ariston dalle note di Starman di David Bowie, altro omaggio azzeccatissimo.
La kermesse è entrata subito nel vivo con le esibizioni canore alternate dall’entrata in scena delle “spalle” di Conti: Madalina Ghenea in abito lungo animalier, Virginia Raffaele nei panni di Sabrina Ferilli e Gabriel Garko rimesso a nuovo dopo l’incidente di cui è stato protagonista nei giorni scorsi. Dieci i Big in gara a cantare: Lorenzo Fragola (Infinite volte), Noemi (La borsa di una donna), Dear Jack (Mezzo respiro), Giovanni Caccamo e Deborah Iurato (Via da qui), Stadio (Un giorno mi dirai), Arisa (Guardando il cielo), Enrico Ruggeri (Il primo amore non si scorda mai), Bluvertigo (Semplicemente), Rocco Hunt (Wake Up), Irene Fornaciari (Blu). Degno di nota il microfono arcobaleno di Noemi, che ha scelto di schierarsi a favore dei diritti dei gay nei giorni in cui in Parlamento si decide sulle unioni civili, e ha decorato l’asta del microfono con nastrini colorati, imitata poi anche da altri colleghi.
Grande attesa per l’arrivo all’Ariston di sir Elton John, e, per ingannare il tempo, il padrone di casa ha pensato bene di sfoderare gli altri ospiti, a partire dall’atleta centenario Giuseppe Ottaviani, che va tre volte a settimana in palestra con la moglie e mangia sempre insalata, e che ha improvvisato per il pubblico di Sanremo la sua canzone preferita (classe 1953): Vecchio Scarpone. Poi è stata la volta di Laura Pausini, che partecipò alla gara nel 1993 nella sezione Giovani, con il brano La solitudine, canzone che segnò l’inizio della sua carriera rendendola una tra le voci più amate della musica italiana nel mondo. Dopo aver eseguito un medley di classici – Vivimi, Strani amori, Invece no – nonché un duetto virtuale con la giovane se stessa vincitrice del ’93, indossando la storica giacca di quella finale, e si è esibita in Simili, un brano del suo ultimo album, dal quale ha preso spunto per lanciare un messaggio contro le differenze: “Se siamo simili siamo tutti uguali e dobbiamo proteggerci, non dividerci”.
Sul palco sono poi saliti, per la prima volta, anche Aldo Giovanni e Giacomo, il trio comico che quest’anno festeggia i 25 anni di carriera e che ha deciso di devolvere il suo cachet a tre diverse associazioni. E poi è arrivato lui, sir Elton John, e l’Ariston ha sussultato fino alle fondamenta nel constatare la differenza (palpabile peraltro anche da casa) tra i “menestrelli” nostrani ed un vero mostro sacro della musica. L’artista britannico, che non è arrivato in Italia accompagnato dal marito David Furnish come si pensava, si è esibito suonando il pianoforte e regalando grandi emozioni cantando Your Song e Sorry Seems To Be The Hardest Word, confessando poi al suo ospite l’immensa gioia per essere diventato padre: “Non pensavo che il mio viaggio sarebbe durato così tanto, non avrei mai pensato di diventare papà, di avere la vita che ho avuto, è stato tutto molto positivo”. Fanalino di coda degli ospiti il rapper franco-congolese Maître Gims, che ha raggiunto il successo con il singolo Est-ce que tu m’aimes? da 200mila download, in vetta alle classifiche italiane. E per la rubrica #TuttiCantanoSanremo si sono esibite per il gran finale le attrici Anna Foglietta e Kasia Smutniak.
La kermesse si congeda con una classifica rigorosamente non ufficiale che vede a rischio quattro dei dieci Big: Irene Fornaciari, Noemi (a grande sorpresa), Bluvertigo e Dear Jack. Nonostante le polemiche che da sempre accompagnano la popolare manifestazione canora nostrana, vige comunque la regola secondo la quale “Sanremo è sempre Sanremo”, e dunque non ci resta che continuare a guardarlo.
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