Pokerissimo azzurro: mondiali vicini
Grandissimo avvio di europeo azzurro in Slovenia con cinque strameritate vittorie in fila (unica imbattuta in tutto il torneo) ai danni di Russia, Turchia, Finlandia, Grecia e Svezia. Contro ogni pronostico e contro la maledizione che ha privato gli azzurri alla vigilia della rassegna di pedine fondamentali come Bargnani, Gallinari, Hackett, Gigli, Mancinelli e Polonara, la formazione
Grandissimo avvio di europeo azzurro in Slovenia con cinque strameritate vittorie in fila (unica imbattuta in tutto il torneo) ai danni di Russia, Turchia, Finlandia, Grecia e Svezia. Contro ogni pronostico e contro la maledizione che ha privato gli azzurri alla vigilia della rassegna di pedine fondamentali come Bargnani, Gallinari, Hackett, Gigli, Mancinelli e Polonara, la formazione guidata da Simone Pianigiani ha chiuso inaspettatamente al vertice del girone D in un crescendo rossiniano degno dei tempi cestistici che furono. Proprio dieci anni fa una nazionale falcidiata dagli infortuni conquistò uno storico bronzo agli europei di Finlandia grazie alle indiscusse qualità di un coach navigato di nome Charlie Recalcati, capace di spremere da ogni suo elemento il massimo possibile, puntando su un collettivo operaio attento e determinato. Il parallelo è d’obbligo, visti gli effettivi a disposizione di Pianigiani che dal 2009 ha raccolto le macerie di un basket azzurro alla deriva ricostruendo mattone dopo mattone una nazionale in cui tutti stanno recitando ampiamente la loro parte. Dalla prima gara contro la Russia (76 a 69), nobile decaduta e autentica delusione di questa rassegna continentale, si erano già intraviste le capacità e l’organizzazione di gioco azzurra: da una lato basate su una difesa molto rapida e aggressiva sui pick and roll, e sul talento dei singoli dall’altro, con attacchi rapidi e varietà di soluzioni sia dentro che fuori l’aria pitturata. Sulle ali dell’entusiasmo gli azzurri hanno bissato contro i Turchi surclassandoli in ogni fondamentale (90 a 75), e giocando la loro migliore gara dell’europeo e imprimendo una svolta mentale che ci ha permesso di sconfiggere la fisica e scorbutica Finlandia (62 a 44), dopo un primo tempo difficile e farcito da diversi errori al tiro.
La vera prova di maturità era rappresentata dalla temibilissima Grecia di Boroussis e Zisis, vecchie conoscenze del nostro campionato, e anche qui gli azzurri hanno retto bene la tensione nel primo tempo, arginando il tentativo di allungo ellenico, per poi prendere le misure e chiudere in scioltezza nell’ultimo quarto dimostrando di meritare quanto fatto fin d’ora. A chiudere il pokerissimo la vittoria con una Svezia contro la quale si rischiava di perdere la concentrazione e l’intensità necessaria, e la sofferta vittoria finale per 82 a 79, con Belinelli saggiamente a riposo, ci proietta alla seconda fase con delle ambizioni alla vigilia inaspettate. E’ doveroso prima di proseguire il cammino parlare dei presenti, dei protagonisti di questa meravigliosa cavalcata: il mago Belinelli, vera chioccia e leader di un gruppo giovane ha dimostrato grande continuità sia in difesa che in attacco. Era atteso ad una prova di maturità che sta superando a pieni voti. Gigi Datome, Mvp dello scorso campionato e fresco fresco di scelta NBA (Detroit Pistons) sta confermando la sua leadership e il suo talento naturale frutto di una crescita caratteriale dopo qualche annata in sordina. Aradori, panchinaro con poco spazio in partenza e splendida realtà nello scacchiere azzurro, difesa e attacco intensità e cattiveria agonistica, una vera e propria rivelazione. Gentile, figlio d’arte, e capace sempre di sparigliare le carte a partita iniziata. Pianigiani gli ha dato fiducia e lo sta utilizzando con grande acume tattico e lui ha risposto sul campo con un ventello alla Turchia e una prova mostruosa contro la Grecia. A questi si aggiungono i centimetri e esperienza del baluardo Marco Cusin, al cui fianco sta sbocciando la stella di un impavido Niccolò Melli, la classe di Diener prezioso nelle sue accelerazioni, la calma di un Cinciarini in palla sia in cabina di regia che in fase realizzativa e i preziosi tasselli di Poeta e Vitali in grado di reggere il campo egregiamente per dar fiato ai titolari. Un bel mosaico ricco di dedizione e sacrificio che unito al talento dei singoli ci sta portando alla conquista del mondiale che si terrà l’anno prossimo in Spagna: basta arrivare nelle prime sei e il gioco è fatto, ma non montiamoci la testa perché è adesso che il gioco si fa duro. Gli azzurri dovranno giocare altre tre gare, contro le prime tre classificate del gruppo C (Spagna, Slovenia e Croazia), portando in dote i quattro punti ottenuti grazie alle vittorie contro Grecia e Finlandia, e al termine di quest’altro girone a sei si delineerà la griglia dei quarti di finale. Da li in poi partita secca fino alla finale, chi sbaglia può rimediare cercando di accaparrarsi il mondiale nelle finaline per il quinto e sesto posto. Non ci resta, alla luce di quanto visto fino ad oggi, che applaudire gli azzurri e sperare in una medaglia che mai come quest’anno non sembra così irraggiungibile.