Non sarà una sfida decisiva è il mantra della settimana
Sarà il leitmotiv della settimana: “non è una sfida decisiva” sarà ma le prime della classe balbettano con la testa altrove. 5° di ritorno seria A Tim, arrivate puntuali le sviste arbitrali, per adesso piccole. Napoli di rigore, 24° gol di Gonzalo Higuain ma ormai non è più una notizia. Mantiene le distanze dalla “Vecchia Signora”, + 2. Per niente facile battere un Carpi tosto, molto tosto, rimasto anche in dieci ha subito parcheggiato un tir con rimorchio davanti alla sua area. La Gjuve ha la meglio sulla squadra ciociara, Cuadrado sblocca ma il Frosinone rimane in partita fino al definitivo 0-2 siglato da Dybala, beato chi ce l’ha.
La Roma approfitta del doppio pareggio della terza e della quarta in classifica, claro, vittoria striminzitissima e di culo quella dei giallorossi sui blucerchiati, 2-1 e comunque, Perotti, gran gol e terzo posticino a portata di piedini. Molto da migliorare eh?
Internazionale: in genere fa 1 gol x 3 punti, contro l’ultima in classifica ne segna 3 x 1 punto. Mister Mancini è buono solo a criticare, mai, almeno non ricordo, dalla sua bocca ho sentito uscir fuori un minimo di autocritica. Come se l’allenatore dei nerazzurri fosse un altro e non lui. Tra la dirigenza della Fiorentina e tifosi non c’è più neanche più una parvenza di simbiosi. In vista della difficile gara contro l’Inter del prossimo turno, meglio, molto meglio ricompattarsi in fretta e chiarire quel che c’è da chiarire. Milan, occasione persa contro l’Udinese, solo un pari casalingo, poco per agganciarsi al trenino che porta al terzo posto.
Propongo un romanzo dello scrittore austriaco Peter Handke, un thriller di notevole spessore, dove la paura di esistere, la paranoia dell’alienazione trasuda in tutte le pagine. La mia scelta è una forzatura, l’unico aggancio tra calcio e letteratura è che Joseph Bloch, il protagonista del romanzo, è stato un ex portiere di futbol, con un passato di fama che è senza lavoro e vaga per la città di Vienna e uccide senza motivo una ragazza con cui passa la notte e inizia a sentirsi accerchiato, spiato, seguito e naturalmente colpevole. Un po’ somigliante alla paura del portiere di fronte al calciatore, soprattutto se si chiama Higuain o Dybala, che sta per tirare la massima punizione. Tenterà di capire le mosse in anticipo e di parare i colpi dell’avversario. Tutto spasmodicamente, come spasmodica è l’attesa del big-match del 13 febbraio tra Gjuventus e Napulè. Peter Handke è un abile costruttore di atmosfere e “Prima del calcio di rigore” è il suo libro migliore.