facebookPapà Zuckerberg festeggia i dodici anni della sua creatura, che più un ragazzino sulla strada dell’adolescenza sembra un giovanissimo imperatore. Di certo l’informatico statunitense non immaginava di rivoluzionare la vita di quasi 1.6 miliardi di persone quando ha iniziato la sua avventura il 4 Febbraio di dodici anni fa, lui stesso racconta in un post: “Quando ho scritto il primo codice di Facebook, nel gennaio 2004, speravo di aiutare gli studenti del mio college a connettersi. Gli atti di amicizia, amore e gentilezza che tutti condividiamo stanno cambiando il mondo ogni giorno in modi che non possiamo misurare completamente. L’amicizia diventa una forza che ci mette su un percorso diverso nella vita. A volte, muove il mondo”. E così per festeggiare questa “piattaforma dell’amore” Zuckerberg lancia il Friends day, celebrando l’amicizia con i tuoi compagni virtuali attraverso un video di quasi un minuto in cui raccoglie qualche foto sovrascrivendoci frasi che non brillano proprio per originalità. facebookDi certo il magnate americano ha fatto goal nel suo intento di connettere le persone, si stima addirittura che i famosi 6 gradi di separazione siano scesi a 3.57 e possano raggiungere l’1, ciò che lascia perplessi è il valore reale di tale connessione. Più che un bar in cui incontrare gli amici Facebook sembra esser diventato un genitore invadente che ci dice cosa dobbiamo guardare, cosa ci deve piacere, di chi siamo amici e chi potremmo conoscere, un parente inopportuno che durante un pranzo in famiglia tira fuori le foto di 8 anni fa, foto che avresti voluto dimenticare, ricordandoti che non si scappa da ciò che hai deciso di pubblicare quando eri ancora ignaro dell’importanza che Facebook avrebbe avuto nella tua vita. Indubbiamente bisogna riconoscere al signor Zuckerberg che, seppur involontariamente, ha rivoluzionato il mondo dei rapporti sociali, basti pensare al fatto che ormai non si chiede più il numero di telefono ma il contatto sul social e che una serie di parole legate alle dinamiche della piattaforma sono entrate a far parte del nostro vocabolario quotidiano, ma consideriamo anche che la quantità dei rapporti che ha creato è inversamente proporzionale alla qualità di questi rapporti, spesso ridotti unicamente a un nome in una lista di nomi. Insomma, tanto di cappello per chi ha fatto diventare un esperimento da college la quarta società che vale di più al mondo, ma non accreditiamo a Zuckerberg la scoperta dell’amicizia, perché quella, esisteva anche prima.

 

Vai alla home page di LineaDiretta24

Leggi altri articoli dello stesso autore