Inquinamento, nuovi limiti dall’Europarlamento

Nuovo allarme inquinamento. Sono di nuovo allarmanti in tutta Italia i livelli di polveri sottili e micropolveri; nell’ultima settimana la stessa Capitale ha sfiorato il pm10, superando il limite massimo consentito. Sembrerebbe che le misure ecologiche adottate, come il blocco delle auto e le domeniche ecologiche, non siano abbastanza per poter salvaguardare il nostro ambiente e per controllare l’avanzamento dei grandi cambiamenti climatici che ci attendono. In realtà, bisognerebbe correre ai ripari, anche verso una mobilità sostenibile.
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L’impegno sul clima globale e dunque anche sull’affrontare il problema inquinamento dovrebbe essere prevalente e dovrebbe andare di pari passo con lo sviluppo sostenibile dell’ambiente. Ma se ognuno nel suo piccolo non comincia a dare un effettivo contributo, oltre alle aziende che di per sé, nel momento in cui non smaltiscono in modo adeguato, sono la maggior fonte di inquinamento, la strada verso un futuro climatico accettabile sarà ancora molto lunga, se non irreversibile.
Lo stesso scandalo Volkswagen, nel quale le auto venivano truccate per non denunciare le effettive emissioni di ossido di azoto e CO2, avrebbe dovuto portare a riflessioni nel settore dell’economia ambientale, soprattutto nel settore automobilistico, ma l’inquinamento continua a raggiungere soglie elevate in gran parte del mondo. Anche Legambiente ha stilato una classifica delle città più inquinanti.
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Anche Papa Francesco ha esortato i fedeli ad una sensibilizzazione ambientale, imponendo un dovere etico e morale, volto all’educazione all’alleanza tra umanità e ambiente, per evitare l’aggravarsi della crisi ecologica in cui versa il pianeta. Infatti, Strasburgo ha deciso di immettere dei limiti più restringenti per ottemperare alla questione inquinamento. Il piano della Commissione Europea per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo è stato approvato. Sono stati garantiti dei limiti massimi entro i quali possono arrivare le polveri sottili e sono i seguenti: biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili non metanici (COVNM), metano (CH4), ammoniaca (NH3) e polveri sottili (PM 2.5). Si tratta di sei principali agenti inquinanti che la votazione degli eurodeputati ha approvato nei limiti proposti dall’Esecutivo UE.
I nuovi limiti nazionali dovranno essere effettivi con un primo inizio nel 2020 e un successivo monitoraggio per i successivi 10 anni fino al 2030. L’Italia, per i prossimi anni, dovrà rispettare questi limiti imposti dall’Europarlamento, in particolare seguire le seguenti massime emissioni, e rispetto al 2005 dovrebbe scendere la soglia secondo la tabella che segue:
– 35% (I fase) e 75% (II fase) sulle emissioni di SO2
– 40% (I fase) e 69% (II fase) sulle emissioni di NOx
– 35% (I fase) e 54% (II fase) sulle emissioni di COVNM
– 5% (I fase) e 26% (II fase) sulle emissioni di NH3
– 10% (I fase) e 45% (II fase) sulle emissioni di PM2,5
– 40% (II fase) sulle emissioni di CH4

Lo scopo di tali provvedimenti, oltre che promuovere la responsabilizzazione verso l’ambiente, è soprattutto quello di garantire una migliore qualità di vita con l’aria che respiriamo, dal momento che nel 2011, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’inquinamento è stato causa di 430mila morti premature in tutta l’UE. I limiti imposti a Bruxelles sono stati una misura drastica di intervento assolutamente necessaria. L’aumento della mortalità per causa di smog è dovuto ad una vasta gamma di malattie cardiovascolari e respiratorie e alla possibile insorgenza di neoplasie. Inoltre non bisogna dimenticare che l’aumento di inquinamento in tutto il pianeta sta conducendo la Terra verso il surriscaldamento globale, con conseguenze catastrofiche future sia sulla fauna che sulla flora di gran parte del mondo.
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La stessa mancanza di precipitazioni nel mese di maggio (stimata allo stesso modo del mese di agosto 2015), ha portato ad avere conseguenze gravi non solo per il mondo dell’agricoltura e per il settore economico dei contadini e braccianti, ma ha e potrebbe avere delle conseguenze irreversibili sulla flora.

Chiara Caproni

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