This is us: gli One Direction si raccontano al cinema
L’anno è il 2010, l’edizione di X-Factor UK è la numero 7. Niall Horan, Liam Payne, Zayn Malik, Louis Tomlinson e Harry Styles sono cinque giovanissimi concorrenti, sconosciuti tra loro, ognuno con una propria storia e una propria motivazione che li spinge a salire sul palco del talent show canoro. Vengono ammessi al Bootcamp, salvo poi essere temporaneamente esclusi: nell’unione in una band l’unica speranza per continuare ad inseguire il proprio sogno. Vengono formati gli One Direction, mentre un gruppo di teenager già urla il loro nome
“Notammo un folto numero di fan già dopo la prima esibizione. Tutto ciò non era normale, non dopo una sola puntata”, racconta Simon Cowell, ideatore di X-Factor.
La pandemia era già in atto: il nome degli One Direction rimbalzava tra un social network e l’altro, mentre il mondo si preparava ad accogliere la band dei record.
Prima band inglese a debuttare al numero uno della statunitense Billboard Top 200 con 176,000 copie vendute in una sola settimana, debutto al primo posto in 33 paesi (tra cui l’Italia) per il secondo album dal titolo Take me Home, uscito il 13 novembre 2012. Un tour su 4 continenti che conta circa 120 date tra febbraio e ottobre 2013, a cui farà seguito un tour negli stadi a partire dal 2014, il primo in assoluto di una band sotto i 30 anni.
{ads1}Eppure This is us, docu-film biografico sull’ascesa della band, ci racconta il dietro le quinte della loro vita, lontano dai riflettori e al riparo dalle ondate di fan. Liam ammette di pensare spesso a come sarebbe vivere una vita normale, farsi amare per ciò che si è e non per il personaggio che si rappresenta. Zayn invece preferisce raccontarsi attraverso il senso di responsabilità nei confronti di chi lo ha messo al mondo. Restituirgli un tetto sopra la testa è una delle ragioni per cui sale sul palco quasi ogni sera. Niall invece racconta di quanto sarebbe bello soffermarsi con ognuna delle fan e farsi raccontare della loro vita.
Purtroppo ciò non è possibile, visti i ritmi incredibilmente frenetici della loro vita, costretti a svegliarsi dopo appena 10 minuti di riposo o a dormire per lunghi periodi in autobus.
Mentre sullo schermo rivivono alcune celebri esibizioni live, efficacemente impreziosite da effetti tridimensionali, ci si sente stranamente compassionevoli nei loro confronti, quasi trasportati dalla loro carica adrenalinica intervallata da più ferme considerazioni esistenziali. Gli One Direction sono già una leggenda, anche se si mostrano come dei precari combattenti tra le luci della ribalta e il confortevole buio dell’anonimato. Tocca a voi scegliere se amarli…one way or another.