Undressed, “Svestiti” prima ancora di presentarsi
Nell’epoca della mercificazione globale più si consuma meglio è. Si guarda la forma, non la sostanza, e, tra l’avere e l’essere, si sceglie quasi sempre l’avere. Undressed (“Svestiti”) si presenta come una sorta di esperimento dal sapore sociale, un dating show in onda su Deejay Tv che descrive una situazione alquanto imbarazzante e bizzarra nella quale due perfetti sconosciuti vengono rinchiusi in una camera da letto dove, per l’appunto, è ubicato un letto matrimoniale con candide lenzuola bianche, simbolo di purezza e castità. Ad un tratto si incontrano davanti all’alcova, si presentano dandosi la mano in segno di pace e, poi, iniziano a spogliarsi. Definito da alcuni un “romantico esperimento” di ricerca dell’anima gemella, in realtà sembra più l’epitaffio funebre del romanticismo. Certo, perché si sa, chi non mostra non vende.
Pitagora, filosofo e matematico greco, sosteneva che l’anima, vera essenza dell’uomo, fosse imprigionata nel corpo. Il problema è che, oggi, a contare è solo l’involucro contenitivo. I due malcapitati di Undressed, insomma, dopo essere rimasti in biancheria intima, si stendono sul letto; nel frattempo si accende un monitor e passano in rassegna le istruzioni per l’uso, le cui avvertenze devono essere lette attentamente. Il gioco dura 30 minuti, durante i quali bisogna essere in grado di approfondire la conoscenza, per poi effettuare la scelta. Non c’è niente di naturale, l’ingenuità e l’innocenza del primo incontro si trasformano qui in una vetrina dove sono esposti dei prodotti in vendita. Undressed, insomma, sembrerebbe in teoria un programma fatto apposta per chi cerca la propria anima gemella (o almeno finge di farlo) ma tutto ciò si traduce in pratica in un fallimentare esperimento che sa di speed date, un consumo compulsivo di appuntamenti. Qualcosa ci ricorda The Truman Show (ma a ragione potremmo dire tutti i reality), dove l’ignaro protagonista veniva spiato, mentre ogni suo minimo gesto veniva ripreso, e il concetto di privacy diventava un insignificante optional.
Ma davvero qualcuno crede che l’anima gemella possa manifestarsi durante un fortuito e forse un po’ squallido appuntamento al buio, dove nessuno ha scelto l’altro? Dov’è finita la magia che raccontava il mito platonico dell’uomo palla, quello secondo cui l’uomo e la donna alle origini sarebbero stati uniti in un corpo e un’anima, e che in seguito sarebbero stati divisi, costretti all’infelicità e alla disperata ricerca di potersi riunire un giorno con la propria metà? E’ dunque vero che il male deriva dalla divisione dell’Uno in due, mentre il bene è tutto ciò che dalla dualità ritorna all’Uno? Ma soprattutto, dov’è finito il piacere della scoperta?
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