Jobs, l’America stronca il film sulla sua vita: “la pellicola ha lo stesso sex appeal di una presentazione in power point”

“Steve Jobs sarebbe andato su tutte le furie se avesse visto che il film sulla sua vita ha lo stesso sex appeal di una presentazione in Power Point”. Queste le parole di Manhola Dargis, firma del New York Times, che riassumono in maniera eloquente e sarcastica l’accoglienza generale che avuto il biopic sul padre della Apple.

L’America stronca in pieno la pellicola “Jobs”, in uscita nelle sale italiane il 3 ottobre, che nei botteghini d’oltreoceano ha incassato appena 6,7 milioni di dollari nei primi giorni di programmazione, lontano anni luce dalle aspettative degli addetti ai lavori. Le critiche più aspre sono andate ad Ashton Kutcher, che nei panni di Jobs ha deluso il pubblico ed irritato coloro che hanno conosciuto bene Steve. Ashton, meglio conosciuto come il marito toy-boy di Demi Moore che altro, ha dichiarato di averci messo davvero anima e cuore per interpretare Jobs: è dimagrito, arrivando perfino a provare le assurde diete fruttariane che seguiva Jobs, esperimento che ha portato il povero Ashton ad essere ricoverato in ospedale con il pancreas a pezzi.

Il film racconta la vita del guru della Apple a partire dalla metà degli anni ’70, fino al 2001, anno in cui fu presentato il primo iPod. Il regista Micheal Stern, con due sole pellicole all’attivo, ha voluto cimentarsi in quest’opera optando per scelte alquanto discutibili, a partire dall’esordiente sceneggiatore fino ad arrivare alla poco convincente scelta del protagonista. Senza peraltro considerare che il suo ben più famoso collega Aaron Sorkin (Codice d’onore, The Social Network, Moneyball) sta lavorando su un film biografia tratto dal best seller di Walter Isaacson, l’unica biografia autorizzata e voluta dallo stesso Jobs. Il film, che uscirà nel 2015, vanta la collaborazione di Steve Wozniak, co-fondatore della Apple nonché migliore amico di Steve. E proprio Wozniak con le sue parole ha stroncato Kutcher e la pellicola che lo vede protagonista: “Avevo aspettative diverse – ha scritto Wozniak sul sito web Gizmodo – questo film mi ha intrattenuto, sì, ma non abbastanza per consigliarvelo”. E poi ancora: “La descrizione di Steve non è veritiera e ho il sospetto che questa rappresentazione sbagliata sia dovuta all’immagine sbagliata che Ashton si è fatto di Jobs”.

Il povero Ashton ha subito replicato e difeso la sua interpretazione, per lui il film, che include anche gli esperimenti di Jobs con l’LSD e non nasconde i suoi atteggiamenti un po’ troppo arroganti e capricciosi con certi colleghi, corrisponde invece a verità. Ha inoltre accusato Wozniak di essere sul libro paga di Aaron Sorkin, quindi essendo parte della concorrenza, le sue critiche appaiono poco credibili. Noi attenderemo il 3 ottobre per giudicare il biopic ma un certo presentimento pare suggerire che nel 2015, quando uscirà il film biografia di Sorkin, in pochi ricorderanno questo primo tentativo di raccontare la vita del genio del secolo. “Alla Apple, quando facciamo un computer, sappiamo che dopo cinque anni è da buttare. Ma se fai bene il tuo lavoro, un film può durare per sempre”. (Steve Jobs)

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