Egitto nel caos, mentre è calmierata l’opposizione Mubarak è fuori dalle sbarre.
Eclatante la notizia della scarcerazione dell’ex presidente egiziano Mubarak, in carcere dal 2011 dopo le vicende delle proteste della Primavera Araba che ha interessato l’intera area mediorientale. Hosni Mubarak durante l’ultimo processo al Cairo lo scorso aprile, era stato giudicato insieme al suo ex ministro dell’interno Habib El Adly per l’eccidio di circa 900 manifestanti civili durante la rivoluzione.
Gli eventi del giudizio allora sono stati controversi, poiché in corso d’opera fu affidato al giudice che già aveva assolto dalle accuse Mubarak e gli altri imputati coinvolti negli efferati accadimenti della “battaglia dei cammelli”, in piazza Tahir nel 2011, pendente su di lui anche la condanna per corruzione. Dopo pochi mesi dall’ultimo processo, la notizia della scarcerazione di Mubarak alimenta il caos della guerra civile precipitata in Egitto. L’ex presidente potrebbe essere rimesso in libertà dal 22 agosto, secondo le dichiarazioni del suo avvocato, ma si dice che forse si adotteranno misure cautelari in attesa del processo per corruzione per i palazzi presidenziali.
Mubarak era già stato condannato l’anno scorso all’ergastolo per non aver impedito e, anzi favorito l’eccidio dei manifestanti ma i magistrati avevano accolto il suo ricorso ordinando un nuovo processo. Questo si terrà il prossimo 25 agosto anche se i termini per la custodia in attesa di giudizio erano scaduti.
Intanto Mohammed Badie, leader dell’ala moderata della protesta anti-Morsi della Fratellanza musulmana è in carcere e molti dei dirigenti della corrente rivoluzionaria sono in questi giorni ricercati e fermati. Un anatema di Badie aleggia fuori dal carcere e torna a far sentire all’opposizione antigovernativa l’eco delle sue parole: << Si pentiranno di quello che hanno fatto coloro che hanno scelto di sostenere l’oppressione e lo spargimento di sangue: i martiri sono stati uccisi perché resistevano a un tiranno traditore, il loro sangue vi maledirà >> . Il fermo di Hazem Abdel Azim uno dei leader giovanili della resistenza, all’aereoporto del Cairo, contribuisce a destabilizzare l’ala moderata della rivolta.
È così che le rimostranze di piazza della Fratellanza si stanno via via placando, dopo l’arresto delle loro teste e le ingenti perdite umane. L’Egitto è ora preda di uno sconvolgimento sistemico che lo ha piegato e prostrato, totalmente in mano all’esercito. Si comincia a pensare a come poterne risollevare le sorti in considerazione della dura realtà della crisi economica, aggravata dalla guerriglia civile, per far ciò il ministro delle finanze Ahmed Galai ha annunciato l’aiuto economico di finanziamenti provenienti dagli Stati del Golfo, per nuovi investimenti e per la ricostruzione.
Eva Del Bufalo