Tutti contro il femminicidio. Palazzo Chigi approva le nuove misure
E’ arrivata nell’ultimo Consiglio dei Ministri la decisione di inasprire le pene per coloro che si macchiano di violenza contro le donne. Il decreto legge si compone di 13 articoli che hanno come scopo quello di tutelare le vittime dopo l’abuso e di ridurre gli episodi di violenza. Riconosciuta la necessità di una prevenzione più vigile ed efficace, per lo meno in questa occasione, non c’è stato spazio in Parlamento per i soliti dissidi poco costruttivi tra la parti politiche. Tutti d’accordo.
Il decreto si accoda ad una sera di atti parlamentari che già nei mesi precedenti avevano aperto la strada ad una maggiore sensibilizzazione e azione contro i reati legati alla diversità di genere. L’accelerazione, arrivata per fronteggiare un’escalation di violenze che non accenna a diminuire, neanche dopo il clamore mediatico generatosi intorno al fenomeno, ha portato finalmente a definire concretamente le misure per contrastare le violenze in ambito familiare e i comportamenti persecutori.
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Vediamo in dettaglio i provvedimenti. Si è stabilito un inasprimento della pena nel caso in cui la vittima sia in stato di gravidanza, o assistano alle violenze minori di 18 anni. Si tiene conto anche del legame familiare con l’aguzzino. Più severità se si tratta di coniuge, partner o ex compagno.
Per quanto riguarda il reato di stalking, sono ritenute a rischio anche le persecuzioni che avvengono durante il matrimonio anche attraverso mezzi telematici e informatici. La novità più importante è l’impossibilità di ritiro della querela da parte della vittima, un atto dovuto per impedire che paura e vergogna impediscano, come spesso accade, di denunciare e chiedere aiuto. Per questo tipo di reati il Consiglio dei Ministri ha previsto la detenzione obbligatoria e l’arresto in flagranza di reato.
Una maggiore tutela, dunque, arriva per le situazioni familiari a rischio.
Assistenza legale gratuita e costante informazione sugli sviluppi delle indagini vanno inoltre a limitare l’impotenza delle vittime in caso di subordinazione economica nei confronti del partner.
Ultimo punto riguarda la tutela delle cittadine extracomunitarie, per le quali è previsto il rilascio del permesso di soggiorno a scopo preventivo.
Nella nota parlamentare infine si sottolinea l’importanza di sviluppare piani operativi finalizzati a supportare l’attività dei centri antiviolenza, che si trovano sempre più nella grave difficoltà di dover contrastare e prevenire un fenomeno sempre più diffuso con i fondi che non arrivano mai.
Nei recenti dibattiti si è più volte sottolineata l’urgenza di un approccio multidisciplinare in grado di contrastare quello che ormai è stato inquadrato come un vero problema culturale. Pene più dure certamente scoraggiano i soggetti a rischio ad agire in modo violento e danno coraggio alle vittime troppe volte nascoste dietro una scia di vergogna e dolore. Nel provvedimento forse manca ancora quel piccolo paragrafo che definisca un intervento preventivo non sulla vittima bensì sul carnefice, in modo da plasmare quell’istinto primordiale da dove germoglia la violenza.
Di Maria chiara Pierbattista