Giudizio definitivo in Turchia per il caso Ergenekon
E’ di pochi giorni fa la sentenza definitiva del processo Ergenekon, il caso del tentato colpo di Stato in Turchia scoppiato nel 2007 per il ritrovamento di armi e materiale esplosivo a carico di un gruppo politico accusato di sovversione e tentato rovesciamento del regime di Recep Tayyip Erdoğan.
Il tentativo di complotto ha coinvolto circa 257 persone: militari, giornalisti, politici di opposizione e intellettuali e le indagini, protratte per ben cinque anni, hanno significato una vera e propria persecuzione per l’opposizione politica del Paese.
Il tribunale di Silviri nei pressi di Istambul ha condannato all’ergastolo 12 persone, tra cui l’ex capo di stato maggiore, il generale İlker Başbuğ, il giornalista Tuncay Özkan e il leader del Partito dei lavoratori, Doğu Perinçek. Il giornalista Mustafa Balbay, è stato condannato a 34 anni e otto mesi. Pene durissime anche per altri ufficiali, che hanno avuto dai 49 ai dieci anni di carcere. Ventuno persone sono state scagionate.
Altrettanto dure le proteste dell’opposizione nel giorno del giudizio definitivo, i manifestanti hanno assediato l’ingresso del Tribunale agitando le bandiere di Ataturk e del Chp (Cumhuriyet Halk Partisi ), il partito repubblicano turco, principale forza di centro sinistra del Paese e si sono verificati scontri con le forze dell’ordine. Balbay lo ha definito un processo politico, infatti il gruppo, da lungo tempo, si stava armando per perseguire l’intento di destabilizzare e rovesciare il Governo di Erdoğan.
La sentenza ha messo fine alla lunga serie di tentati colpi di Stato avvenuti fin dal 1960 in Turchia e rappresenta perciò una vittoria per il governo islamo-conservatore sulle forze sovversive ma anche un monito di autorità sulle forze del rinnovamento.
Eva Del Bufalo